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lirik lagu virgo bpm – storia mia fastscriptum

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storia mia (storia mia)
storia di chi ha perso forza in un secondo
e allo stesso momento in cui ne aveva più bisogno

mi scollo i pregiudizi che ascolto
i pregi e vizi che ho addosso
sul precipizio, ma all’orlo

ed era quattro anni fa
stavo più in barba di un barbaro
se hai l’inferno a portata di palmo, bro, scappa
o non sai come ti trattan nel tartaro

facevam le peggio cose coi ragazzi
e ci hanno unito in bene e in male
anche se sono un altro, sappiano soltanto
per loro darei il sangue uguale

dai soldi in contanti
tra droghe leggere e pesanti e il corso degli anni
puoi accorgerti tardi del guaio in cui stai per cacciarti

giochi di sguardi mai fatti
infatti еro sempre a elеmosinarli
visibilmente diversi dagli altri
e invisi da sempre nei loro riguardi
ma tuttti quanti i miei fra’
eran così distanti da me
una serie di sbagli e serie di fatti
non eran fatti per me

e ho cambiato la testa, messa la retro
ed andava fatto per stare sereno
e qualcuno pensa che non sia vero
e poi c’è anche chi non mi parla nemmeno

lei infondo me lo diceva:
“non puoi spezzare la corda”
“tirami via dall’inferno
non far scoppiare la bolla

entrami fin nella testa
filtrati dentro le ossa
e sarai la sola persona che resta
però sta’ attenta, è una cosa che costa”

baby, ti abbraccio di notte
che dormiamo insieme
e mi fido tanto, tanto che non faccio attenzione:
la tua mano sul collo mi scende sul petto e si ferma sul cuore

e ho dato il cuore per lei, lei l’ha tagliato a metà
e in una parte c’era amore mai provato fin là
nell’altra l’odio che fa capire la verità
che amore e odio proverò per tutta l’eternità

ebbi la psiche in reset
le crisi d’identità
le voci dentro la testa
non hanno avuto pietà

bloccato dentro la selva
in mezzo all’oscurità
nel buio della caverna
e il buio non finirà

sensi di colpa mi hanno incatenato, chiaro, l’ho meritato;
ero tanto depresso che la depre ha perso di significato
mi hanno piegato, tanto da rendermi schiavo
e piano piano ci son cascato
e dopo ho capito che avevo bisogno di un posto nel mondo
e me lo sono ritagliato

calamaio, testi peso, merda sacra, lapidario
ne ho strappati di foglietti da sto calendario
da quando mi scrivevo i versi nel “caro diario”
ed è chiaro, il barbaro ora è un altro, bro
e intanto dal tartaro è uscito un attimo
e guarda tu un po’ che caso strano
son diventato uguale a chi odiavo
il passato è passato
il presente è vissuto
il futuro dà speranza ma mi sento fottuto
ho paura di tutto
e mi sento uno stupido

anima moriens
sed mea culpa non est
vis at fides
mecum iuncta non est
nel nome della città
di chi non è più con me
darò il mio sangue a chi sapra farne tesoro per sé


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