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lirik lagu simon belmont – deus ex

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[strofa 1: simon belmont]
ciò che tradisce s’insinua tra le fronde con verve ambigua
si esprime e non declina il verbo, agisce per pantomima
ha un’aria schiva come ogni creatura in questa terra viva
che muta forma e trascina i continenti alla deriva
derivate dal mare di dirac
equazioni figurate adagiano leggiadre sopra l’acqua porporina
geometrie paradossali hanno ben poco di euclideo
da arcipelaghi sconosciuti riecheggia un excelsis deo
atlantideo il drappello di esseri senzienti che si staglia all’orizzonte
e si scaglia contro bestie antropomorfe
è difficile distinguere le forme
e ogni volta che è ferito a morte quetzalcoatl risorge
divinità oggi viste come d’immagin~z~one in strani eoni avevano un volto ed un nome
per i canoni attuali impr~nunciabile come ogni cosa che solcava i sentieri scoscesi di un regno ormai innominabile

[bridge: simon belmont]
striscianti e serpiformi intorno ai laghi
annichiliti dal clangore degli eldrazi
si protraggono in cerimoniali unendosi in una coscienza atavica
attendendo un deus ex machina

[ritornello: simon belmont]
deus ex
son rettili o son parche?
son rettili o son parche le figure che inneggiavano all’entanglement?
cronache di un’era primigenia dove scosse telluriche danno i natali a globi d’antimateria
deus ex
son rettili o son parche?
son rettili o son parche le figure che solcano queste dune?
che pregano queste lune
custodi di antiche rune

[interludio]
deus ex
lasciate ogni speranza o voi ch’entrate
abbandonando il caro florilegio
deus ex
scorpacciate di materia eterea nauseante
deus ex
lasciate ogni speranza o voi ch’entrate
abbandonando il caro florilegio
scorpacciate di materia eterea nauseante
eugen de silentio

[strofa 2: musashi aka eugen de silentio]
lei amalgama il curaro alla tapioca di soppiatto
mi accarezza, vezzeggia, ancheggia e mi porge il piatto
pittoresca e bizantina, l’ammiro come una dea
mentre mi torce la trachea con arte sopraffina
fumano i tombini nella chinatown disabitata
l’amigdala è ridotta a una frittata
grottesco burlesque e vodka sour
emicrania martellante: la ruota dentata di akutagawa
occhi lattiginosi osservano i miei passi falsi
nel profilarsi di una profilassi di salassi
più vizioso e degenerato di commodo
gli anemoni mi avvolgono, i femori mi si torcono
un silenzio foscoliano urla
nulla più mi turba se il signore mi ascolta solo per burla
mea culpa! cielo porpora, dubito indulga
lo sperma degli impiccati feconda la terra brulla

[bridge: musashi aka eugen de silentio]
lasciate ogni speranza o voi ch’entrate
abbandonando il caro florilegio
di funzioni d’onda collassate
scorpacciate di materia eterea nauseante ed indigesta
celebrate il fallimento come l’acme delle gesta


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