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lirik lagu recca – testamento

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[intro: recca]
ah, ah, ah, avamposto 17, recca, seh
dogma (brutti figli di puttana, succhiatemi il cazzo)
e questo è giusto un testamento
ascolta questa merda mentre tua sorella si tromba
e si rompe quella cazzo di mascella

[strofa 1: recca]
ehi, avrei voluto scriverti un po’ di tempo fa
giusto per dirti che qua sono cambiate un po’ di cose
ho i sentimenti in overdose e il cuore a metà
e ogni abbraccio era la mia piccola dose
forse è meglio disintossicarsi da te
quanto sono stupido. mi lascio sempre i “forse…”
ce n’è sempre una nuova sul letto che mi stringe stretto
ma non calpesto il tuo pensiero, ogni volta son solo storte
tutto giusto, no? qua ogni cosa è stupenda
mangiare merda a volte sembra quasi di buon gusto
la prima volta a letto era giusto una scoperta
la seconda eri scoperta, il pc faceva scena
trucco forte con un rossetto rosso spento
cercavi di colpire già un cuore mezzo aperto
e prima di parlare, guardati le spalle
ti ho chiuso i miei sedici anni dentro sedici barre

[strofa 2: blue virus]
me la prendo con gli dèi per l’abitudine
mi chiederò chi sei pensando alle domande stupide
che la vita mi impone tra le sue tuniche
vorrei implodesse dentro un giudice
a causa di tutte le richieste sudicie
stare sul palco farcisce l’indipendenza
cascare sopra il tuo palmo ne delimita l’altezza
tu compra del [?] solo per sicurezza
le ferite dentro il cuore, nel nome di chi le svezza
mi scontro contro i nemici e mi sfondo ‘sto parabrezza
accolgo ciò che dici e la tensione si dimezza
affondo le radici ma in pendenza, voglio far salire i drammi
tu mi uccidi se mi parli di valenza
e lo so, fallire è migliorare
entro un’ora io voglio subire, sbagliare, con la stessa persona
ballando con quella faccia che ti implora
di fare uno sforzo e venirmi in contro se la mano mi si ustiona
tu salta perché sai che non si tocca
tu, sp-cca con un “sai…” qualsiasi bocca
non c’è finale se non si finisce male
se il naso può respirare devi solo cercare cosa ti blocca
attendo solo che il cervello mi risponda
non dico mai che un ritornello mio è una bomba
rimango il primo tra i secondi
e se aspetti che io sfondi, farai prima a spararti dentro una tomba

[strofa 3: dogma]
bombe in seguito a ‘sti eventi plasmanti da un finto pubblico
ti giudico, ma striscio i limiti del subdolo, ti supplico
non trasportami all’esser sadico, drammatico
pensarci e lavori la notte il sabato, ingenuo
e credo sempre a ciò che dici
ma ‘ste favole per bimbi dai raccontale ai tuoi amici
sventro zoccole nel parco per la top degli omicidi
ma tu non mi puoi fermare, spero colpi agli invisibili
vabbé, ti chiedo “lascia stare”
fratello, più ti ascolto più ti sento esagerare
faccio un testamento scomodo scritto da ‘ste rime
sotto il peso della merda che mi mangia, che mi opprime
situazioni in cui la testa se ne va a puttane
resto in giro a smascellare, ansia va ad incrementare
pare che trasmetton sogni, miraggi di successi, riflessi di speranza
e se fallisci allora che è esci (allora che è esci, allora che è esci…)


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