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lirik lagu pococonto & whosdatkid? – sparpagliati – (non essere cattivo)

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sparpagliati

(poco conto)
i fratelli qua emigrano
e il fumo delle fabbriche aspirano
ma si sa che sti giovani ambiscono
e poi quando arriva l’affitto sospirano
non conosco più i sogni a cui aspirano
io ci resto più triste del ciranò
perché sto ancora qua
e vedo i nostri invecchiare
e quelle belle piante marciscono
so bene che lo studio non fa per me
ma sta musica è corta con il caschè
sono un checco zalone
cado dalle nubi
ma senza mai il mio paracadute
non ho preso lezioni di karatè
ma ci vado a rimbalzo e so bene che
la bocca dello stomaco
è debole
e se scrivi di pancia è più semplice
mio fratello al bar
e un altro a milano
lo penso la nottе
la sera lo chiamo
chi riposa il giorno
e alle 20 lavora
e la spensiеratezza dei giorni di scuola
era più che na favola
fuma e s’impanica
e lancia monete
non nella fontana
ma alla macchinetta
che da un po’ ci chiama
per nome
e non paga
e la chiamo puttana
quando stavo a tavola
con tutta calma
mio padre mi guarda
e mi dice
“vattenn”
cambiano solo negozi
e ristori
ma come funziona
qua “già lo sapemm”
io voglio na vita
normale
no star
quello a cui tengo rimane “addo” sta
qualche lavoro lo trovo
però
non so in quale casella postale poi sta
(io~shey)
dimmi qua chi è buono
e chi sta sotto
mi vogliono stronzo
poi mi vogliono apposto
non serve che preghi
o che sprechi più un secondo
non mi metto freni
ciò che chiedi
te lo porto

(poco conto)
e siamo sparpagliati
ma non
“spaiati”
e se fidarsi
è un terno al lotto
saremo sbagliati
e se poi ce ne andremo tutti
e saremo scannati
sarà come
fossimo
do siamo sempre stati
“na na na na”

quando ho iniziato non c’era il “non posso”
non avevo amici lontani
nessuno viveva in un altro posto
tu che mi dici “non vali”
non sai ogni giorno che cosa affronto
nella testa ho sinistri
frontali
e il peso di ciò che è successo addosso
speravo cambiassimo mondo
mi aprissi i portali
ma non esiste
sono io che devo darti
perché “dare” è “darsi”
perché fare passi
vuol dire farsi avanti
e io ti ho lasciata dietro
quando non volevi
quando non volevo
ma un principio è tale
perché viene prima di ogni desiderio
sta musica prende ogni forza di me
per farne forza di sé
finche per forza di cose mi toglie l’ossigeno
e mi dà una scorta d’idee
son mesi che fisso le date
non vedo più l’ora solare
è calato buio
per stare meglio mi ripeto
scrivi
che andre
è tornato in studio
e allora
sii grato, sii grato
sei ancora in vita sii grato
che c’è chi la vita la vede di rado
e persino chi viver l’ha proprio evitato
se ripenso a defixiones
forse il male più grande è l’incomprensione
forse abbiamo aiutato qualcuno
ma senza vederlo insieme
a fine missione
los che mi chiama sa già che rispondo
vi ho fatto aspettare troppo
scendo da pg
che è il testo è pr~nto
chiama la city
che vuole il pre~ascolto
sto nel il mio momento
senza espediente
senza esperienza
e come dice pa’
“edda avé pazienz
fa gliu ben e scord
fa gliu mal e pensa
semp”
(io~shey)
dimmi qua chi è buono
e chi sta sotto
mi vogliono stronzo
poi mi vogliono apposto
non serve che preghi
o che sprechi più un secondo
non mi metto freni
ciò che chiedi
te lo porto

(poco conto)
e siamo sparpagliati
ma non
“spaiati”
e se fidarsi
è un terno al lotto
saremo sbagliati
e se poi ce ne andremo tutti
e saremo scannati
sarà come
fossimo
do siamo sempre stati
“na na na na na”


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