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lirik lagu pathos – lasciar andare

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[testo di “lasciar andare”]

[strofa 1]
c’è un cerchio di luce nel cielo, è molto lontano
lo ricordo molto bene, lo fissavo mentre affondavo
io scendevo e lo guardavo diventare un puntino dorato
non l’ho più sfiorato, non l’ho mai scordato
sceso abisso dopo abisso sono giunto al punto in cui
davvero pochi umani per fortuna giungono e giù
sul fondo del più freddo oceano che ha poco di blu
dorme un luogo vuoto logoro dal suono cronico del nulla cosmico
sorriso attonito che intriso di un amore comico
su un viso liso dal candore insolito
due gemme more che raccolsero diverse bombe atomiche
si arresero al dolore
il corpo s’è posato fra granelli come vetri contеnenti vari veli
urla d’epochе sepolte dal legame chimico
che si nasconde dentro al mio respiro
e me lo toglie via come un vampiro
per assomigliarli, per paralizzarli
il tempo m’ha donato frammenti d’errore
ero un diamante, un pericolo per le persone
e mi nascosero e mi uccisero ma con amore
quando i frammenti non compresi divennero mole
un masso sopra il petto grande quanto venere talmente giusto
che mi scusavo mentre lo reggevo
ma adesso ho smesso per cercare di capirne il peso
giro la testa a destra, vedo cadaveri
se la sposto a sinistra vedo altrettanti cadaveri, quindi
non aspettarti una risposta dagli altri
anche se sembrano puri come il petrolio per gli ascolti
anche se sembrano contenti di vivere da morti
cosi mi sono detto quando ho alzato lo sguardo
quel gigante mi guardava così carico di odio
ma stavolta la mia vista non fuggiva, cazzo, anzi
ne sfidava le parole di potere sul cerchio diceva
[ritornello]
ora perdonati per lasciare andare
punirti fino a morire o elevarti e levare
quando t’annienti, quando t’arrendi
quando frammenti ed i giudizi dei mai visti
ed i tuoi stessi ti lasciano i pezzi
tu lascia andare quel dolore
quel rancore, quel rumore
quel terrore di non meritare amore
lascia andare quel orrore che ti porti da una vita
puoi sentirmi, vuoi salire
puoi sentirmi, vuoi salire
perdonami perdonati per lasciare andare
punirti fino a morire o elevarti e levare
quando t’annienti, quando t’arrendi
quando frammenti ed i giudizi dei mai visti
ed i tuoi stessi ti lasciano i pezzi
tu lascia andare quel dolore
quel rancore, quel rumore
quel terrore di non meritare amore
lascia andare quel orrore che ti porti da una vita
puoi sentirmi, vuoi salire
puoi sentirmi, vuoi salire

[strofa 2]
le forze del male non eran certo felici
perché non le ascoltavo, no, non obbedivo più alla gravità
iniziavo a levitare mandandole in crisi
mi alzavo verso il ricordo, cerchio di libertà
la pressione che oramai era una vecchia compagna
mi abbracciava come fosse per l’ultima volta
mi salutava gradualmente commossa
mentre una forza rinata toglieva via il pianeta dalle ossa
ora in salita ma per l’anima è discesa
se la fossa che conosci come tanti era una stella
proiezioni per difenderti e oscurarti come un’edera
fra convinzioni costruite fin dalla tua prima età
sa molto bene che quel masso ora è parte di te
perché stiamo salendo insieme e non esiste droga
che possa ridurla a un seme
se l’insieme che contiene sole e luna siede
e c’è in entrambi l’amore, si vede
apro gli occhi sull’accettazione e il masso sia
come l’anziano acufene nella miodesopsia
quando ascolto il mare dietro a quel suono sottile
e guardo il tramonto con un miliardo d’amiche
ed ora che salgo penso quanto era stupido restare fermo
ad aspettare che il fato o gli altri coprissero me
che mi strappassero quell’energia vitale
voglio luce, aria e voce, devo andare più veloce
fino alle nuvole vivide umide, lascio le tenebre ruvide
loro alla cuspide, l’iride al limite ride sepolta se lascia la tomba
ma livida e gonfia l’~n~loga fame che ferma la sponda
e ascolta la complessa ombra, indefessa onda
manomessa conta, sommessa torna ma è la stessa stronza
l’istanza si forma ed avanza la solita colpa
che sfonda ma è piena d’invidia
un amore creativa [?]
matrice digita una vita divisa [?]
e che memore invidia
ma un anima libera è come le vele nel veto che beve
le spezza catene
le false le vede giunto al turchese
nel cielo che vibra il cerchio, ora grida
[ritornello]
perdonati perdonali per lasciare andare
punirti fino a morire o elevarti e levare
quando t’annienti, quando t’arrendi
quando frammenti ed i giudizi dei mai visti
ed i tuoi stessi ti lasciano i pezzi
tu lascia andare quel dolore
quel rancore, quel rumore
quel terrore di non meritare amore
lascia andare quel orrore che ti porti da una vita
puoi sentirmi, vuoi salire
puoi sentirmi, vuoi salire
ora perdonati per lasciare andare
punirti fino a morire o elevarti e levare
quando t’annienti, quando t’arrendi
quando frammenti ed i giudizi dei mai visti
ed i tuoi stessi ti lasciano i pezzi
tu lascia andare quel dolore
quel rancore, quel rumore
quel terrore di non meritare amore
lascia andare quel orrore che ti porti da una vita
puoi sentirmi, vuoi salire
puoi sentirmi, vuoi salire


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