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lirik lagu nefesh – 21 onde

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[intro]
cammino con le onde del mare delle sei del mattino
guardo le barche navigare verso l’infinito
non sento più le gambe, pallido è il mio viso
e’ freddo come il sangue nelle mani di caino
soffia la tramontana e dentro mi ghiaccia
21 onde lasciano le orme sulla sabbia
guardo quel me da bambino correre sulla spiaggia
non ho più quel sorriso, ho cambiato faccia

[strofa 1]
lancio la bottiglia in acqua, non so dove andrà
ho scritto su carta bianca, col mare viaggia
dormo solo sullo scoglio col treno che p-ssa
con l’onda che si alza e che muore a metà
sveglio prima dell’alba del canto del gallo
stanco morto mi alzo, continuo il mio viaggio
un corpo alla ricerca di 21 grammi
la via maestra è persa, sa lei dove trovarmi
ripeto sempre p-sserà ma picchia nelle tempie
al buio urlo ci sarà (che ci sarà!)
quell’attimo fuggente
della luce nel ventre
forte come il pugno di bud spencer
con la faccia scoperta, dentro sento tempesta
rotto è il mio corpo, b-ssa la mia testa
con in gola lo sbocco e il mare di fronte
le lacrime sul volto, 21 onde

[strofa 2]
ora chinato che piango ricordo tutto quanto
ogni giorno all’angolo, guardato come stupido
io col sogno del palco, voi pecore al pascolo
aspettando l’albatro, siete solo numero
tanti anni per trovarmi (quanto ci ho messo)
la forza per rialzarmi (dal cemento freddo)
guardare tutti gli altri (dire non ci riesco)
cadere dentro i pianti (la faccia nel cesso)
ho riempito il posacenere per svuotare il cuore
mischiato litri d’alcool per vomitar ricordi
ho smesso io di credere nelle persone
da quando uno smartphone parla più degli occhi

[strofa 3]
vedo ragazzi ai piani alti, io giù nei b-ssi
quanti unti piatti dovrò lavar per arrivarci
quali culi bianchi leccherò per i contanti
davanti a quanti datori dovrò inchinarmi? (tanti!)
piuttosto resto in b-sso con le briciole di pane
che ricco ma senza un briciolo di dignità
preferisco un’esistenza stretta con la fame
che viver senza affetti, senza amore e senza età
il suono delle sirene, solo sul marciapede
tengo le mani giunte e il crocifisso stretto
ripeto che va bene, il silenzio delle preghiere
per l’amico in buste perso nel tunnel freddo
la fiamma non la spengo la lascio ardere
sono morto dentro già da prima di nascere
il corpo dell’anima è il carcere, ne causa le crepe
con le lacrime agli occhi urlo che va tutto bene


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