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lirik lagu lo stato sociale – filastrocca per un disco

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[testo di “filastrocca per un disco”]

[strofa: alberto guidetti]
vorrei che questo disco diventasse un pacchetto e venisse poi spedito oltre ogni mare e ogni confine
se fosse possibile farlo arrivare anche in fondo ad un pensiero nell’orbita del cuore di qualcuno che lo ascolta
ho passato una vita a fare delle parole un mestiere per farlo diventare a sua volta tutta la mia vita
ma ho scoperto che le parole sono solo un mezzo per qualcuno molto sciocco, mentre per altri è come se l’aritmetica non valesse e questo sciocco mezzo diventasse un intero
così vorrei che questo disco si allargasse e prendesse spazio per superare quello stupido concetto per cui la musica con le parole diventa subito canzonetta
ma, se sono solo canzonette, perché pesa così tanto farle e poi ascoltarle? perché non sono mai sufficienti per avverare una magia che duri più del tempo per salire fino in casa con la spesa tra le mani o tra un incrocio e l’altro nel traffico di punta
vorrei che questo disco diventasse un pacchetto e venisse poi spedito oltre ogni mare e ogni confine
per imparare a fare qualcos’altro e passando sopra l’africa ci dicesse quanto è grande, se è davvero così grande
e quanto male deve fare salutare la famiglia per partire senza tornare
un disco volante sopra l’asia che è centrale, minore, estrema
e da marco polo in qua nessuno ci ha mai capito niente di questa cantilena che, se la ascolti bene, è la stessa filastrocca chissà da quanti anni
e con un salto affondare negli oceani con i pesci che parlano tutti la stessa lingua, ma sono timidi e quindi fanno scena muta
mentre sott’acqua suona sempre, sempre, sempre la stessa canzone
e da molto in basso risalire con le americhe, si sono perse anche loro e non si sa più quante sono, dove sono e come sono fatte in questa notte un po’ del cazzo in cui scrivo
per augurarmi che le cose si mettano un po’ meglio in questo grande continente alto come tutto il mondo
che con un dito tocca i piedi e con la testa guarda quel nord che dicono da sempre far da guida a chi va per strade, mari, città, lagune, pianure, montagne, in un saliscendi da far paura
in un gioco chiamato vita, che stasera personalmente metterei in pausa, mica per scendere e salutare, ma solo per dare tempo a tutti
che è la cosa mi pare in assoluto possa più mancare, più del babbo o della mamma, ma anche più del cane e del lenzuolo
per aggiustarsi un po’ meglio sotto questo respiro affannato che porta via le energie e la felicità
quindi disco che diventerai pacchetto poi spedito oltre ogni confine, che arriverà in fondo ad un pensiero in un’orbita di cuore, abbi cura di te, di me e di chi vuole ascoltare


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