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lirik lagu john faser – gelido vento

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[testo di “gelido vento” ft. insania.11]

[strofa 1: john faser]
gelida morte oscura rilascia il sibilo mortuario
il freddo delle ossa nella culla della mia anima spoglia
marcisci come putridi frutti dell’inconscio putrefatto di un cerbiatto morto
strappami la pelle di dosso nel fosso imperituro sorgente del puro sangue
scorri lungo sentieri scoscesi arresi all’infausto sepolcro del nulla cosmico
dei corpi appesi senza volto infusi di odio espandi il mio tormento che diventi carne e sangue del macello, langue l’agnello che si estingue nel flagеllo del male
scorri nel fiumе nero di melma pal~stre fino alle soglie del mare di carcasse dalle pustole infette
scalfisci le lastre dell’io più intonso, chiave del regno nascosto dalle fruste di dio
alma dell’oblio recondito
nutri il vuoto dei miei occhi con solchi di pioggia sporca dal ventre malato di un sogno marcito nell’orgia divina
guida i miei passi stanchi negli abissi inceneriti dell’essere
ammassi di deformità culturali, riflessi dell’odio perpetuo dimorante
rendimi linfa vitale di un bosco scomposto dai secolari substrati, prìncipi di arbusti spezzati
scardina processi cognitivi albeggiati dai credi corrosi
dammi la forza di spingere questa lama di luce attraverso la vuota carne
insignificante compagna
asportane i bagliori sempiterni racchiusi dalla placenta oscura del cosmo abissale
ridammi la candida quiete del bianco telo sul volto
restituiscimi la pregustata morte evirazione purpurea dell’annichilita coscienza
ridammi la vera esistenza
l’essenza delle cascate di stelle presuntuose e i grigi fiori delle nebulose
che dalle mie braccia amputate nascano robusti rami, specchiati nei riflessi dei fiumi impetuosi figli della mia gola tagliata
affonda le unghie marce nelle radici del mio disprezzo imperante
annegami nel vagito di un feto morto affogato nell’oceano di particelle di idrogeno
reincarnami nei pianti incessanti dei corvi
nelle lacrime di temporali dirompenti e di affranti uragani
che il mio cervello vomiti l’esausta e indifferente disperazione di una stella morente
trascinami nei corridoio frammentati dell’infinito
baciami danzando nel gelido vento dei morti
per l’ultima volta
[strofa 2: insania.11]
e baciami danzando nel gelido vento dei morti
una volta ancora, una volta ancora
trascinami nei corridoi frammentati dell’infinito
reincarnami nei pianti incessanti dei corvi, una volta ancora
baciami danzando nel gelido vento dei morti
le lacrime di temporali dirompenti e di affranti uragani
nutri il vuoto dei miei occhi con solchi di pioggia sporca
e guida i miei passi stanchi negli abissi inceneriti dell’essere
dammi la forza di spingere questa lama di luce attraverso la vuota carne
ridammi la candida quiete del bianco telo sul volto
ridammi la vera esistenza
e baciami danzando nel gelido vento dei morti
una volta ancora
e baciami danzando una volta ancora


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