lirik lagu ghetto blatta – giorno 21
[vixi vox]
metti stop al film, al cd
con il quale stai provando a non pensare di uscir
e pompa il ghettoblatta come stesse ormai per finire
l’infinita reclusione in cui ti senti svenire
non so te, io sto al punto
che arrivo a m~st~rbarmi se penso
al centrino di mia nonna, assurdo!
persino il p~rno è surclassato dalla voglia che c’ho
di stare con il sesso opposto! (…mamma tu no…)
non becco amici da 21 giorni
tutti si fingono felici ma dopo ti scorni
quanto sto h~rny!
quanti bisogni che se ci pensi
davi per scontati e adesso
venderesti tutti i tuoi brillocchi!
a qualcuno mancherò? non lo so, ti dirò solo che:
mi son rotto le palle!
antiche rune traduco, nel gergo conosciuto
si dice credo
“mi son rotto le palle!”
mille post, tutti con il bisogno di commenti ed io:
mi son rotto le palle!
a volte lascio correre, ma in questi giorni misà che
mi son rotto le palle!
mille comizi, decreti, notizie ed articoli
a me basterebbe vedere una scritta gigante che dice:
‘da adesso puoi uscire zì’
ma no! giro per casa come belf~gor
por favor, io non so più che fare e bada
non mi dire quella frase del cazzo che dicon tutti:
‘ci stanno solo chiedendo di stare a casa!’
[dr. diè]
ventunesimo giorno, in tre sul divano a scrivere
quasi non basta il tempo per eccellere
accellero con la testa e non mi fermo
testacoda sulla calma mentre penso al ‘terno’
girovago nella stanza sculettando a tempo
tempo ne ho, per perdere altro tempo
quindi, mi dedico e tento
a coreografare meglio ‘sto tempo che perdo!
passa ‘sta gigia, che non basta mai
qua fino a metà aprile con la calma di un samurai
gigi, gigia! perchè qui la cosa è lunga
due settimane in più senza sapere se funga
se stamo a rompe le palle pe d’avorio
l’unico tg che vedo è quello de mario:
preferisco ridere sul serio…
despues que veo como la poli està pegando abuelos!
[bridge dr. diè]
ghetto blatta in rec
ghetto blatta in rec
ghetto blatta in rec
ghetto blatta in rec
[djambo]
‘sta battaglia la combatto a viso alto
un calco sul volto
ma qui non si ride affatto
quanto sono attratto dalla musica
un ritratto fatto con il tratto di una piuma turgida
giudica tu che indichi
fuggo da indici scritti con l’imprecisione di tremolii mistici
mi istighi, poi ti giustifichi
siete poco realistici
du spastici, quali simpatici
sparisci zì
giusto o non giusto che sia
glorifico la morte nella notte e via, e così sia!
scaccio ininterrottamente ansie mai accolte
insistono giornalmente premono sulla fronte
a volte la sorte gioca brutti scherzi
21 esimo giorno, inizio a raccoglie i pezzi
un’altra giornata persa questa fulminea esistenza
attraverso la strada in trasparenza
sembra lei che mi attraversa
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