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lirik lagu gentle t – mille lire

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[testo di “mille lire” ft. sebastian]

[intro: gentle t]
seh

[strofa 1: gentle t]
ora rappo con le leggende (seh), vengo dal bel niente (ah)
se si tornasse indietro, vedreste
me dentro san pietro, un paese vicino lecce (san pietro)
dove il re prima di me era il principe di bel~air
io scrivo la vita vera (vera)
fatta di quella gente in sbattimento da mattina a sera, carta e matita nera (ah)
ho nominato la ferrari che sognare è gratis
non parliamo troppo, sembra siano già arrivati
la giustizia è già in ritardo, amici in mano ad avvocati
coi pezzi sui miei dischi senza averli registrati
il cellulare mentre squilla fa rumori strani
quella villa comunale è quello che ci ha accomunati
vecchie fanno comunella sulla porta, sanno di chi
è figlio quel ragazzo biondo con la felpa di kiss (oh, oh)
non si parla d’hip hop nel mio bar
ma, se si parla di chili, parte più di un: “can i kick it?” (uh)
questo sole picchia come un pugile esperto
rapper pettinato, il giorno che ti bruci l’extension (scemo)
puoi passarti l’estate dove hai passato l’inverno (vai, vai)
e smettere di raccontarci che hai passato l’inferno (yah)
[strofa 2: sebastian]
ho fatto più tratte di un capotreno
piango senza versare una lacrima di veleno (ah)
dovrei fare pace col mio alter ego
se guardo dai finestrini, mi accorgo che andiamo indietro (seh)
se ho detto che ho imparato qualcosa, allora ho mentito
da quando andavo a scuola e odiavo com’ero vestito
ho fatto un tiro dal cannone e ho comprato due carri armati
e riempito di felpe scure le mensole negli armadi
meglio un quarto d’ora al parco che un’ora in televisione (ah)
ogni volta che la guardo, perdo un grado d’istruzione
parlano di economia o della guerra russo~ucraina
con il lessico coniato negli anni ottanta da smaila (seh)
cresce l’indice degli ascolti
metti gli uni contro gli altri, conta il numero dei morti
è un po’ come la merda che ti ascolti
trasmette solo l’ansia di far soldi a un popolo di sordi (sì)
fuggo dalla mediocrità borghese (ah)
come quando me ne sono scappato dal mio paese
ti sei realizzato alle tue mille lire al mese
e ti lamenti delle tasse, dello stato, delle spese
io mi credevo immortale dentro il mio avirex
come se quello che indossi è quello che fai di te
volevo fare un disco, pure gratis
mi bastava che alla fine mi suonasse come illmatic (nah)
sono i quaderni dal carcere, note a margine (seh)
l’acqua sotto i ponti è passata e ha sfondato un argine
una società che uccide chi lavora nelle fabbriche
in catena di montaggio a montare le vostre macchine
la classe dirigente servile
la scuola serve solo se impariamo a servire (seh)
ancora che rimpiangi la riforma gentile (eh)
ti vedo, sì, che parli, parli tanto per dire (seh, seh), ciao


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