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lirik lagu frozen brain – la città di mezzo

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se cerchi un po’ troppo la luce, finisci in un mondo a se stante
vivo nel nulla, mi culla, è un palazzo che regge per bene a una scossa -ssestante
roma è suburra, mi burla, mi tiene da parte
mi vuole per se, non per le altre
la prendo d’istante in istante
non pr-nto a esaudire le sue mille fisse per l’arte
.
(frate lo sai)
frate lo so
meglio tenersi a distanza
scrivo dei testi un po’ provocatori, mi verranno a prendere con un’istanza
forse per questo se cresco traviato mi ritroverò pieno di lati d’ansia
forse per questo sarò ricercato aka rilegato su fogli di lat-tanza
rinchiuso dentro una stanza progetto la fuga mentre guardo matrix
una mano che in testa mi fruga, rifiuta di crederci umani, pensa al domani
nati per vivere e uccidere gli altri
siamo la peste di cui ti infestavi
siamo le bestie o le menti normali
siamo heartless o n-bodies?
siamo elementi, viviamo tra tali
siamo elettroni, viviamo tra cavi
vivere in posti diversi, ma intanto dipendersi, commensali
come pensavi tu di commentarli?
se infine è con l’odio che li alimentavi
è come difendersi, come riprendersi, come ad intendersi è come speravi
come sparavi quel giorno sul corpo di un povero ragazzino
come parlavi, parlavi, parlavi e sicuro del trucco mi finsi indovino
”sei mingherlino, vivere bene non è il tuo destino mi dicono” (no no)
poi realizzo che sono le voci che ho in testa e capitolo chi è il piu ridicolo

(rit)

vado giù, vado giù, vado giù, vado giù, nella città di mezzo (oh)
vado giù, vado giù, vado giù, vado giù, nella città di mezzo
questo era il prezzo, stare alla luce da servo, forse è per questo che io vado giù vado giù vado giù vado giù nella città di mezzo
vado giù, vado giù, vado giù vado giù, vado giù giù giù (x2)

c’ho un regno in testa, è frozen tipo disney
ma meno dolce, solo gocce tranquillanti ed imprevisti
niente docce per lavarsi, solo bocce di whiskey
e un mostro informe, mentre dormi, strappa il cuore a donne e bimbi (giù)
p-ssano gli anni tu invecchi contandoli è tutta una festa
p-ssi dagli angoli, fiotti di sangue, caduti anche gli angeli cosa ci resta
impari a subire, per ridere meglio, poi osservi la tazza che è piena, ma mezza
impari anche a scrivere quando alla fine capisci che vivere è sofferenza
ringrazio la musica che fa risplendere, come l’aurora sull’azimuth
rompo il vaso di pandora, meglio finirla in un attimo e muori
tanto per come la vedo ho una chiave d’ottone al portone del tartaro
oppure una chiave di volta, che poi è di violino ed è volta ad aprire per sempre dei cuori
dammi dei dolci liquori
dammi dei cocci del vetro di un quadro che nella cornice ha rinchiuso i valori
dammi la forza per credere, dammi emozioni
dammi lozioni per pelle malata
dammi lezioni di vita
dammi uno sguardo ribelle che mi rialzi in piedi scacciando le grida, poi dammi una guida
non posso più cedere forze, ma eccedere forse le morse del boia
sugli occhi le borse di notti trascorse tra piccole dosi, si di paranoia
siti nel cielo mi aspettano al varco
nidi d’uccello sugli alberi al parco
ricordano sogni di bimbi ancor poco convinti che il mondo in realtà ci sta tutti ammazzando e io

vado giu
vado giu
vado giu


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