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lirik lagu freddy key – l’incubazione

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[strofa 1]
vedo vicoli cupi, taglio funicoli a pupi
vedo testi senza testicoli di piccoli eunuchi
vedo teschi nei cunicoli, follicoli in pannicoli
e poi l’estasi di baker nella casa dei buchi
vedo lupi con le vesti da onesti seduti su cubicoli
han due bocche, una che bacia e l’altra che da sputi!
vedo sette di checche che giocano a tekken
cervelli in tecche di teche stan biechi sulle bacheche
stambecchi con becchi saggisti come tecchi
consueti alle seti di pozze secche
zecche tipo newton beky di ugly betty
banchetti, bacchetti con bacchetti alunni
con intelletti da unni del volga
meglio che volga cadetti a turni di autunni
con gli uncinetti più chiusi degli usi
in un summit di sunni
diffusi tipo insetti schiusi in c-ssonetti
inetti disillusi, parlan con detti di ferlinghetti
connetti tagli, taglio colletti a carusi confusi
con setti c-n-si da abusi di subotex
la faccia è del film di bell poi tu chiama diego coletti
sai commetti sbagli se mi parli dei tuoi ghetti
tu non sei un soldato e non sei mai stato
sulle foglie di ungaretti
le tue voglie da donna con doglie istiga folle
ad un conflitto sfitto, come i capuleti ma senza montecchi
che ti aspetti dal diletti nella casa degli specchi?
fletti affetti poi ti genofletti a dedalus
non è un gioco da benacus, vai a fuoco come emmaus
vengo da un mondo gotico come lorenzetti
le pene che detengo con ‘sti modi austeri
son le stesse poi che in amadeus aveva salieri
i fantasmi di camilleri, quelli di vigata
quelli sui velieri in una mente ancora poco navigata
solamente teste offuse, fuse da infus,!
infuse da fusa lusa da cusa da gatti nelle cambuse dei matti, fanno patti con misfatti miagolanti
sentendo l’acuto di fobie chiuse in tombe o in bugigatti
come il pluto di allan poe, leggi fumetti alan ford
qui s’annega nel vago dei testi come a balaton
io mi appago se divago, se zizzago tra le nubi
taglio lo spago a voi pupazzi in pezza come woody
che siete lo svago di ogni mago di oz
senza l’imago di giudy, come giudicarla la follia?
senza preludi, senza gli studi, senza autopsia
gente che ne parla e per fuggirle poi la chiama malattia

[rit]
non dico mai nulla? io dico anche troppo
in bocca ho un’intoppo dovuto ai sintomi
che tu mi dai un sogno di cui non ho bisogno
se prima non mi svegli da questi incubi
non dico mai nulla? io dico anche troppo
in bocca ho un’intoppo dovuto ai sintomi
che tu mi dai un sogno di cui non ho bisogno
se prima non mi svegli da tutti gli incubi

[strofa 2]
in bocca ho più di un’afta, non ho saliva ho nafta
sento la metamorfosi amico chiama kafka
mi vedo come samsa ostaggio in una stanza
a ber dalla caraffa più di un gallone d’ansia
la mia sembianza scansa baci da labbra a guancia
audaci mani che dal sottopancia ai genitali
diventano schiaffi in faccia
è la pazzia che scalza, l’umano teme
il cambiamento quotidiano, infatti ama l’ansa
ama la falsa convinzione che ci sono giustizieri come in kansas, come nei film di castle, come nei film da bafta
disse pic-sso: non giudicare cio che non conosci
comprendilo e basta
anche se la posta è b-ssa, gente di alta casta
fa calcoli alla pascal per fare la comparsa
in una scena che è più morta dell’inquisitore b-st-rdo
descritto nel delitto di leonardo sciascia
lascia a casa i costumi, la tua recitazione è da mascia ferri, non da mascia musy, lavate di capo philip pelusi
traduci questo cazzo e poi il boccaccio, l’opposto di aldo busi
occlusi nell’inconscio collettivo, da uomo privo di qualità
come ha scritto anche musil, psicologia -n-litica anacl-tica
che critica ogni finto jung che ha più maschere di piero ottusi
co-co-co-co-confusi già che temono un’anello
co-co-co-co-cousi con galline in un castello
peripatetiche patetiche da bolgia tipo luana borgia
ma ancora novelle come il pirandello
mio otello se avesse saputo i piani di jago
sono certo non sarebbe stata una bella storia
ed è lo stesso adesso, se cap-ssi questo testo
la follia che mi percuote sarebbe una vana gloria
idioti con la troia, seguiti da altre merde
vogliono la mia pelle, dispensano le perle
commentano qua sotto e mi attaccano
soltanto su una cosa che nemmeno ho, cioè’ la “r”
sapete è un’incubo non essere capito
essere come chi è invaghito di otto dix
ma se cerchi cose nuove, qualcosa che ti schiocchi
non cambiare i paesaggi, prima cambia gli occhi

[rit]
non dico mai nulla? io dico anche troppo!
in bocca ho un’intoppo dovuto ai sintomi
che tu mi dai un sogno di cui non ho bisogno
se prima non mi svegli da questi incubi!
non dico mai nulla? io dico anche troppo
in bocca ho un’intoppo dovuto ai sintomi
che tu mi dai un sogno di cui non ho bisogno
se prima non mi svegli da tutti gli incubi


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