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lirik lagu fast fool – primi episodi

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(ricordo quando era ancora tutto un film
quando ancora non mi chiedevo che facessi qui)

i
mi esalto ancora
come un bambino
prima di saper contare
qualcosa
prima di esser contaminato
dalla scuola
gioco trai suoni che creo
coloro tasselli
come con i pastelli crayola
all’asilo c’era chi se l’infilava nel naso
gioco pericoloso
mi chiedo da grandi
adesso cosa? grammi?
passano gli anni e
moltiplichi i danni che
derivano dall’essere curioso
e io lo ero
forse per loro troppo
mi sentivo chiuso in gabbia
fino al suono del rintocco
non avevo altra scelta
fu la prima volta
che amai la libertà
che mi era appena stata tolta
devi startene al tuo posto
buono zitto e fermo
per gli altri tutt’apposto
per me invece era l’inferno
il primo giorno è sempre un trauma
è quello che ti marchia
e marca a fondo la tua trama
io mi sentivo speciale
e non compreso
ero il solo con la voglia d’imparare
e il viso appeso
quando le maestre
mi sottoponevano
l’ennesimo quesito b~n~le
di cui già sapevo l’esito
e allora…
elementari un anno prima
poi in primina crolla l’autostima
sta tutta esaurita
fuma merit
urla in testa
mi sgrida
mi tira i capelli
se una elle esce fuori dalla riga
il grembiulino è in lavatrice
oggi niente merendina
quel rosso sotto al labbro
non è salsa ma è saliva
la sua scia abrasiva
ancora decide e delinea
i contorni della mia linea
della vita
ci avete detto che sbagliare è essenziale
per imparare
e anche che farlo è molto grave
paradossale
fatti inserrare in una prigione
dove non ci vai per punizione
ma per diritto all’istruzione
e sei in gara contro ogni altro detenuto
al gioco di accettarlo di buon grado zitto e muto
e dopotutto poco cambia
quando sei adulto
solo l’aspetto della gabbia
non c’è alcun indulto
ii
(mi sento nudo
completamente nudo
finalmente
sto scendendo
ventisette scale
fino all’ultimo livello)

in principio era il verbo
i tuoi disegni linee
che non seguono le righe
del quaderno
scrivi bene in italiano
ma non ti comprendono
ti dicono stai sveglio
perché stanno dormendo

i miei sogni nei cassetti
sono ancora chiusi a chiave
me li tengo stretti stretti
per non farmeli rubare
ma poi accade
che tra la polvere li scordo
moti interiori che mi gridano
perché sono sordo
quanti album incompleti
rimarranno su scaffali
troppo in alto da arrivarci
dovrei mettere le ali
come i draghi
come a quel carnevale
non bastò un costume di cartone
per farmi volare
cartoni animati animavano
l’infanzia
la fidanzatina che non c’era
il mio fantasma
la domiziana
mi insegnava a stare chiuso in una stanza
solitario
con la fantasia che mi rimbalza
riportavo più e più volte indietro le cassette
sperando invano in un finale differente
e dopotutto lo continuo a fare fino ad oggi
voglio spezzare l’incantesimo e fermare gli orologi
pezzo dopo pezzo
ricompongo questo puzzle
se ti sei perso
a volte devi tornare all’inizio
alle fondamenta del palazzo
al piano zero
per ripartire a razzo
ed afferrare con un lazo il cielo
cruciverba, collage e mosaici
erano il mio passatempo
ed ora assemblo
taglio e cucio rime e sample
risolvo schemi metrici
con le matrici
trattandoli come problemi matematici
mattoncini lego
con cui impalco edifici
metto lettere tra loro
in fila come l’abc
o i magi sul presepio
micro mondi di pongo giallo
tracciati e recinti
micromachines
castelli in aria o sulla sabbia
castelli dell’eden~landia
cancelli chiusi e la strada che si sbarra
la fanciullezza è una fiaba
fino a prima di incontrare una morale
con cui sporcarla

ritornello:
fidati di me
ti cambierò il destino
ti do la mia parola
e se non basta anche il mio grido
io lotterò per te
perché in te coincido
ti salverò dal mondo
tornando quel (te) bambino


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