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lirik lagu drops to zero – ragazzi morti

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[strofa 1]
saremo soli in un futuro non troppo lontano
morti fuori, ma anche dentro, completamente
sappiamo che non ci salviamo con un “ti amo”
perché l’odio è più potente e vince sempre
vita da cani da riporto e da presa per il culo
su comodi divani, ma a casa non c’è nessuno
ed io resto a pensare a cazzate senza capire molto
come nel mare, d’estate, facendo il morto
e se mi sveglio e sono te, tento di morire
così la sveglia del cell non mi suonerà mai
peccato che tutto questo non succederà mai
mi sveglio e sono sempre me
ed è meglio dormire tanto il tempo qui è una merda
di solito gente, e io come il paziente di polito germe
perché negli anni ho incontrato malanni
e non so che aspettarmi, non so che inventarmi
e scusa ma non sono il tipo da pezzi impegnati
che ti aspetta con l’anello da venti carati
ti stringo forte coi miei kili, venti bagnati
e abbiamo lo stesso sorriso anche se ho i denti cariati

[ritornello]
e dormo poco se penso al resto e un secondo dopo già mi detesto
e ho perso i soldi, i volti e sopratutto i conti
questi posti e tutti i cazzi nostri
magari esco, magari riesco, ma dopo resto
in giro con l’umore nero come carlo conti
che sembriamo dei ragazzi morti

[strofa 2]
e forse un po’ lo siamo davvero
e non ce ne accorgiamo nemmeno
mi vedi e sono al limite nella mia stanza
“te la vivi bene?” beh abbastansia
come quando lavoravo con gli straordinari
ora che ho pure il volto che è segnato dagli orari
fisso il tuo per un secondo e cerco di lanciare segnali
sorp-ssati ai cento all’ora come quelli autostradali
scrivo testi che a parlarne mi verrebbe da ridere
sai che ho una testa di merda inguaribile
di quelle che sanno sognare ma non vivere
pensa che so disegnare ma non scrivere e
se hai avuto tutto senza mai fare un cazzo
se hai pagato solo perché hai pagato
io sto bene solo quando non mi alzo e
sono affamato solo perché ho fumato
così è la vita, sto a scrivere come un pazzo
giacomo poretti che finisce il suo romanzo
ma poi quando l’ho scritto non sono mai soddisfatto
e lo b-tto prima che muoia e lo faccia qualcun’altro
la vita è una poesia ma non esiste una parafrasi
da questa malattia non se ne esce con le -n-lisi
l’amore è un movimento che porta paralisi
è il mito delle due metà ma anche delle tue metastasi

[ritornello]
e dormo poco se penso al resto e un secondo dopo già mi detesto
e ho perso i soldi, i volti e sopratutto i conti
questi posti e tutti i cazzi nostri
magari esco, magari riesco, ma dopo resto
in giro con l’umore nero come carlo conti
che sembriamo dei ragazzi morti


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