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lirik lagu disturbati dalla cuiete – non c’è più tempo

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premo il retro della bic, come a far uscire l’ossigeno dalla siringa. drogo la cellulosa
giro la clessidra
dalle periferie arrugginite fino al centro storico di ogni uomo
le mie mille miglia interrotte dalla seconda guerra mondiale d’ideali e cento mila nessuni senza un duomo
dentro reduci dal primo conflitto, circa quarant anni fa
-ssumi per veri i cinque sensi e ridi mano nella mano della città dove credi che la retina renda tutto contemporaneo
e quest’epoca non mostra più pupille ove riflettersi
mille miglia per far fronte alla peste del mio secolo
è tempo di capire che non c’è tempo
raddoppiare le sillabe nel verso
queste sono le mie mille miglia laddove hanno fatto deragliare il soggetto
bombardato i ponti che portavano le parole al concetto
eccetto te eccetto me, mon frere
citando baudelaire, per noi, con mostri ben più grandi:
la noia della noia e il buon livello medio di sopravvivenza che c’ha accostato le palpebre e negl’occhi non ci guardiamo, caro duemila: se muoio giovane spero sia dal ridere, ti dicevo
di quanto brucio più in fretta di voi;
di quanto bruciamo meglio e di quando resto sveglio
e metto la mia vita in quattro scatoloni mettendoci meno di due ore
e poi e poi non mi vedrai più per mille miglia, fratello mio
io riparto da dove gli altri non hanno più visto la partenza
e la data di scadenza, che era cinque minuti fa
lancio bombe carta nel cestino, e contro questo posto che baratta filtri per i sogni in cambio dei sogni stessi
e finisci per vedere solo i bisogni e fumare la tua anidride carbonica spoglio di interessi
sai devo scrive il mio tempo prima che lui scriva me
come dare forma al mio secolo prima di adagiarmi inconsciamente sulla sua
devo scriverlo perché quello che non scrivo mi limita fino a quando non diventa limite di carta
e se non mi limito è perché correndo tra le città teatro io brucio dentro
mentre fuori nevica e non rifiuto il futuro: sai, non conviene
ma preferisco bruciare bene e bruciare in fretta, quindi, mon frère, seguimi per mille miglia e dammi retta
ti prego dammi retta
dalle periferie arrugginite fino al centro storico, di fretta
scorrono vie bar e viali, grattacieli palazzoni binari, vicoli zone industriali e campi, piazze scazzi e ancora palazzi parchetti volanti sirene e lampeggianti, i noi distanti da noi lungo fossi i lampioni i p-ssanti e diecimila situazioni poco importanti in coda ai semafori, e impalcature precarie per i nostri futuri prossimi
qua sa tutto di plastica bruciata, mon frère, e non c’è più tempo!


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