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lirik lagu dark novel – dannazione

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[strofa 1: d-art]
pesto ceneri pastose che mi insozzano i calzari
prendo i miei spettri e li trasformo in opere teatrali
soffro sprazzi di gioia sporadici
ché in testa ho riti orgiastici più crudi dei bacc-n-li
fiumi di tristezza inondano queste latrine
affogo in acque salmastre in un tiepido aprile
baciami prima della fine
perché in decomposizione queste labbra, lo sai, marciscono per prime
guardo la danza di un kunai che mi rimbalza sulla schiena
tengo maschere di gioia tra i costumi di scena
chiudo l’amore in un plico che uccide l’anima che trema
in occhi vuoti e bianco crema di un busto di granito
serata di gran gala è per te, madame
persa nella vanità del tuo sangue a pois
ti dedico poesie visive della guerra come delacroix
mentre fai strage di amanti, lady libertà

[strofa 2: shinigami]
nel quaderno mille pianti, canti di una notte mossa
lingua wakizashi, iride rossa
da che mondo è mondo l’umano mente, sai ryuzaki
non so stare al mondo ma nel mondo di uno shinigami
spiritualità nelle mie note sconsacrate
spingo bene il male perché il bene qua è filtro mentale
benvenuto nel fondale di pare
qui la pietà è pari a metà della durata vitale di misa amane
è sangue nero, le mie ombre dipingono la notte ora
yantra inciso nella gola, loto intriso nell’aroma
nel destino creo una gabbia che poi incanta la mia ora
freddo la mia rabbia nelle labbra di akroma
‘sta vita fotte lentamente, devio rotte
metto l’io nel super-io, oblio di menti contorte, sorte
nell’alto manto della narrazione non è dann-z-one
è ira di dio della morte

[strofa 3: noire]
cammino sotto i portici della mia città
la fantasia mi riporta a qualche anno fa
dove ogni cosa che vivevo era una novità
ma il bambino che ero non ritornerà
la realtà della vita mi piove addosso fredda
il tempo l’asciuga ma il gelo dentro resta
si sgretola la strada che ho davanti
come se non sopport-sse il peso dei p-ssanti
tanti frammenti sparsi
amici falsi scomparsi come fantasmi
promesse infrante in parole belle, come perle
ma poi crollate come le torri gemelle e
nonostante tutto questo sono ancora qua
ogni giorno più forte, senza pietà
prendo in mano il telefono, cancello la mia agenda
preferisco rimanere solo come “io sono leggenda”


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