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lirik lagu curaro – fallo tu

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[testo di “fallo tu”]

[strofa: curaro]
oggi nemmeno mi recupero
mi alzo dal letto, mi lascio perdere fin da subito
sto pensando troppo a ciò che dubito
e alla fine sono io quello dei due a sembrare stupido
tu meno
mi stai giudicando, lo vedo
ma per questo non ti giudico
stiamo andando
verso la fine, è freddo
il nostro rapporto
fai come il giacchetto: chiudilo
pungo giusto per pulir l’aculeo; a te ti ho punto
punto al successo, l’essere famoso
tu un nessuno
lecchine, schifose
lingue come le vostre sono nate
giustappunto per pulirci il culo
morirò da vеcchio burbero
capendoci di figa anche non capеndo più un tubero
bevendo burbon e vestendo burlon
con ventenni sulla coscia mentre faccio il burlone (yeah)
stavo seduto s’una fiat idea
di qualcuno che non ho idea chi sia (ah ah)
accanto al distretto di polizia
“non ruberò mai più”
pensai mentre la portavo via
[rit: curaro]
stare giorni pieni
a stare giorni in piedi
sono i giorni miei (uuh)
li rifarei pure volentieri
ma quello che ho sbagliato a ‘sto giro
fallo tu

[strofa 2: curaro]
e stiamo in botta, ancora in pista
questa volta la mia fotta non la perderò di vista
e sto benissimo
sto pensando che dovrei avere un cecchino
perché il mio obiettivo è precisissimo
il nome è curaro; dal basso come lo strumento
e suonerò il chiasso che ho in testa per farci un bel numero
e il numero che preferisco è il 3 perché
sono manette aperte
letteralmente sto dando i numeri
e numeri faccio al microfono
ti straccio da quando
mio padre era solo un numero al telefono
a cui non rispondere subito
ora lo chiamo, mi dice:
“per loro siamo solo numeri, è una vita infelice
l’importante è campare, arrivare allo stipendio
e il lavoro è pesante..ma è peggio non averlo”
quindi c’è chi sta peggio
ma pure chi sta meglio
siamo la classe sociale di mezzo ma più basso~medio
quindi il mio livello io lo tengo alto
no, non abbasso la media e soprattutto
non abbasso il medio
fanculo
[rit: curaro]
stare giorni pieni
a stare giorni in piedi
sono i giorni miei uuh
li rifarei pure volentieri
ma quello che ho sbagliato, a ‘sto giro
fallo tu

[strofa 3: curaro]
ed è il ritorno dello slang, jadi
stammi ancora accanto e poi staremo ancora in piedi
qui mi chiedono “cos’è?” black magic che diffondo
fino al giorno che ci credi e diventi anche tu un mio socio
e sono
muratura per chi mi sta attorno
dalla serratura vedi la luce di un nuovo giorno
e intravedi il pulviscolo
perché anche i demoni piangono quando si intristiscono
dimmelo tu qual è il mio nome
non parlo, per questo guardo negli occhi le persone
e so che è il beat a dettare il flow
perciò per salvare l’hiphop, alla fine
serviva solo un campione (yo)

[rit: curaro]
stare giorni pieni
a stare giorni in piedi
sono i giorni miei uuh
li rifarei pure volentieri
ma quello che ho sbagliato, a ‘sto giro
fallo tu


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