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lirik lagu bigh 2nd – selene

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[testo di “selene”]

[strofa 1]
selene si sveglia presto
non è mattiniera, è che non dorme ormai da un pezzo
fa le quattro sognando un mondo diverso
si sente inerme e annota sopra il suo diario: “mi detesto”
adora la vita ma schifa gli uomini
specialmente quando dimentica a casa le cuffiette
sulla metro i discorsi di quegli zombie sono i soliti
mentre fuori cantano i clacson nelle automobili
ha un lavoro però lo detesta
il suo capo ci prova, i colleghi fan gossip
e spesso le scoppia la testa
lo sguardo si perde sognante oltrе la sua finestra
a pranzo guarda il suo piatto e non mangia
da semprе l’estate ha insegnato
che importa la forma e non la sostanza
e quando torna a casa fissa in ansia la bilancia

[ritornello]
alza il volume a mille, selene
ascoltare i tuoi pensieri, giuro, oggi non conviene
prendi il calice, fai scorrere l’alcol nelle vene
piangi come un salice, poi pagane le spese
fatti cullare da quelle note
quella musica assurda, come mormora la gente
lei non biasima chi mischia le influenze
come gli innamorati che si baciano a novembre
[strofa 2]
selene adesso sp~cca i piatti e urla
nel suo condominio è la più odiata ma questo non la disturba
ciò che la distrugge è quel messaggio di rottura
anche l’ultimo era proprio uno stronzo su misura
ma poi, col senno di poi
si è resa conto che in una coppia la colpa è sempre condivisa
lui era il classico vuoto confezionato ad arte
lei invece di regalarsi si è venduta con la visa
le viene qualche dubbio che forse non sappia amare
la sua carenza d’affetto diventa un’ossessione
diciamo che l’esempio non è stato esemplare
papà e mamma zitti e spenti davanti al televisore
non si amano, ma non si lasciano, ti pare?
esser divorziato è malvisto dai vicini
selene ha imparato che l’amore è una delusione
ed è cresciuta sana e forte con istinti parricidi

[ritornello]
alza il volume a mille, selene
ascoltare i tuoi pensieri, giuro, oggi non conviene
prendi il calice, fai scorrere l’alcol nelle vene
piangi come un salice, poi pagane le spese
fatti cullare da quelle note
quella musica assurda, come mormora la gente
lei non biasima chi mischia le influenze
come gli innamorati che si baciano a novembre
[strofa 3]
e a novembre fa lunghe passeggiate lungo il fiume
che da piccola le dava quel senso di libertà
adora il rumore delle foglie che si frantumano
come i sogni di una donna ormai di mezza età
non ce l’hai fatta, lo so, sei schiacciata dagli impegni
dal benpensare, dalla routine che ti uccide i sensi
prima dipingevi paesaggi con gli acquerelli
ora speri solo che il tuo io non si risvegli
perché fa troppo male pensare
che la tua vita fosse stata programmata dal principio
un copione sempre uguale al suicidio assistito
nel tempo alcun figlio dell’uomo moderno
piangendo riposi le membra su una panchina
tirando le somme al calare del tramonto
pensi che il mondo sta andando proprio alla deriva
e che non hai fatto niente per deviare il suo corso

[strofa 4]
pensi che la gente si illuda
che sia troppo stanca per percorrere una strada sconosciuta
meglio accontentarsi delle briciole per terra
e decantarne il gusto ed esaltarne la bellezza
e puntare il dito su chiunque sia diverso
l’omologazione come forma di consenso
e devastar la terra, sì, ma in nome del progresso
e perpetrare guerre per l’onore ed il rispetto
selene ora si alza, più triste ma serena
convinta che la vita sia solo una messinscena
nessuno le ha spiegato che volendo si può vincere l’orrore
col sudore della mente e della schiena
tira fuori il ferro e carica il tamburo
un colpo deciso e una lacrima di chiusura
anche selene aveva un lato oscuro
dopotutto condivide il proprio nome con la luna


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