
lirik lagu zzeta - coffee break
[parte 1]
[intro ~ zzeta]
7:30 di mattina prendo un caffè al bar
il barista dalla faccia voglia non ne ha
e nella testa, nell’angolo più minuscolo
mi parla una vocina, rompe il caz
mi fa domande tipo
“per sopravvivere in questi anni devo fa’ sta merda qua?”
“dovrò per forza vedere mia figlia aprirsi un onlyfans?”
“dovrò per forza sentire quello che dice donald trump
e non comprare una tesla per non dare soldi a musk?”
“dovrò fare un 9~5 con uno stipendio di merda?”
“dovrò ancora vedere umani dormire per terra?”
“dovrò vedere stupratori a piede libero e gente che va in cella per una cannetta d’erba?”
“dovrò per forza sopportare chi parla ma non ne sa?
chi confonde l’apprezzare il proprio corpo con l’obesità?”
“dovrò vedere queste pagine su insta
sponsorizzare musica di merda e ampiamente già vista?”
vediamo tragedie ma restiamo immobili
normalizziamo star male in rapporti tossici
non lasciamo proprio un cazzo al prossimo, ai posteri
qua trionfano sempre i soliti
oh poveri noi
[parte 2]
[strofa 1 ~ drean0]
ho messo le pare nel back
ancora le spie che mi guardano
sto facendo dei soldi dal rap
fallire però non lo calcolo
ho le voci in testa che mi parlano
che la notte io parlo col diavolo
ho sp~ccato le nocche sul tavolo
lascerò parlare emozioni perché mi è mancato
nelle mie giornate fra quando ridevo per delle cazzate
dicevano: “attento, fa male sognare”
imparato a b~ttare senza dire grazie
imparato a soffrire per non stare male
imparato a rappare e la gente lo vede
per star a livello faccio rime in are
che dico alla gente: “sono ancora questo”
che mi sveglio presto da solo
perché sono l’unico che mi sta intorno
quando da solo scrivevo canzoni
speravo che almeno mi cap~sse il mondo
l’impegno che ho messo ritorna
ora crescono i numeri su spoty
prima crescevo restando nell’ombra
ora se parlo ne sposto milioni
zeta l’ha presa, l’ha passata
io questa base l’ho scassata
scusa alla scena che è stuprata
come se fosse una puttana
ho le pare, frate, come ieri
solo che adesso mi sembrano belle
vado rappato, che non canto un cazzo
e lascio a zzeta quello che è rimasto
di me, o di te, o di quello che voglio sapere
posso andare pure con il freesta, noi
mica siamo bravi a cadere
siamo quelli che non pensano
non siamo quelli che credono
non siamo quelli che sperano
noi siamo quello che cercano
[strofa 2 ~ zzeta]
yeah, vesto verde acqua, d.o.c. armani
culo su una ‘rari
insieme a francesco e ai miei amici più cari
creo fottute opere con le mie mani
coffee break con andrea a cali
un anno dallo scorso disco
e sto mondo è ancora di più un circo
aspettano il nuovo, è ora che lo finisco
il tuo amico è cringe, goofy ass come pippo
non ti prendo sul serio se quando mi scrivi
non metti gli accenti e gli apostrofi
non ti prendo sul serio se fumi la kiwi
ancora peggio se la posti (b~tch!)
sopra un divanetto con emily e dorothy
una barra è una bara, ora stai coi morti (com’è?)
forse è meglio se ti sposti
i miei dawg sono dog che ti prendono a morsi (woah!)
cazzo nella scena e vi sp~cco l’imene
prendo ciò che viene
cazzo mene
io faccio del bene
come melly ero solo tutte quelle sere
ricordo back then
mi sn0bbavano (mhh)
ma mi sentivo più intelligente
non mi sento a mio agio tra la gente
twin ha fumato un cannone e non capisce niente
ho~ho
ho sofferto più di quanto pensi
mi metto di traverso come bezzecchi
ed è inutile urlare, tu non mi senti
non ci pensi
non ammetti
che la tua roba è soltanto uno spreco
se rappi rovini quei beats, sul serio
mi do del fallito e mi chiamano “genio”
doppia zeta l’ha fatto di nuovo, davvero (ahahaha)
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