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lirik lagu zzabo - il blocco dello scrittore

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ei non fumo pacco
sono a terra fatto
vedo colori misti come in gumball
questa la registro mumble
ricordo quando in cuffia avevo sempre squallor
sono dipendente dal rap come bojack col bourbon
mi sfogo col sacco
penso, prendo un beat e lo sp~cco
passo la notte in bianco
ma il foglio resta bianco
volevo portare il rap in alto
forse non so più farlo
aggiustavo ogni ingranaggio
non mi rimane nient’altro, che faccio?
più passa il tempo, più mi faccio del male
c’è il flusso di coscienza che non riesco a rimare
mi sento a pezzi
vorrei scrivere mille pezzi
siamo chiusi
entrambi delusi
spero non illusi
ci siamo persi
prima non еravamo così diversi
a chiunque dico, esci
la tеsta in disordine
il fumo esce dalla bocca e fa ordine
con me stesso vivo una faida
non so la causa, la mente che sbraita
dilato le pupille
infiammo le tonsille
non passo ore tranquille
vogliono avere il controllo
a costo di avere torto
si tratta di dire di aver risolto
come dire che cristo è risorto
non vorrei passare il pomeriggio alla play
vorrei avere più stimoli, molto meglio direi
cedo la mia anima sui bpm, dorian gray
la mente mi prega, è sorpresa
ma la penna mi rinnega, è lesa
il dolore la impiega come difesa
in sto acquario si annega e mi pesa
non mi fido, il dolore è l’ultimo filo
sangue sulla biro, non tocco cibo
mi vedo sempre qualche chilo
sono fatto in paranoia come ray liotta
mi sdraio, mi è salita la botta
odio il blocco dello scrittore
attorno sento troppo rumore
e io sono di pessimo umore
che noia
non ho il blocco dello scrittore, anzi so fare solo quello
non ho il blocco dello scrittore, anzi so fare solo quello
non ho il blocco dello scrittore, anzi so fare solo quello
appena inizio il beat, si ferma sul più bello
non so se è un pretesto per fare meglio, ma
fuori 30 gradi e buio pesto
non so che sto dicendo, ma fa un caldo pazzesco
finita la scuola, mi sdraio sul letto
le pare sono tante, ma sono io che le aspetto
continuamente da un annetto, è la solita routine
mi sveglio, mi giro, ma tu non sei qui
mentre vai per la tua strada, ascolti il mio cd
ricordo quando mi dicevi “sp~cchi, sofì”
e sì, mi manca la tua voce
ma il tempo passa veloce e non c’è un modo per fermarlo
e mentre fai tutte le storie, io cercavo un po’ d’amore
mi hai dato solo dolore
passo ancora giornate vuote con in testa solo un ricordo
e no, non spero in un ritorno
non ho nessun rimorso
non mi pento del percorso che abbiamo fatto
perché questa è la vita, passa in uno schiocco di dita
a me non mi hanno mai capita e mai lo faranno
non mi aspetto sia proprio tu a farlo

(ehi butckhe)
sveglio, un’altra volta alle quattro del mattino
mi rassegno, un’altra ichnusa non risolverà il destino ed il contegno
di sto mezzo ragazzino
forse è un segno, deve crollare ‘sto fortino
intanto arriva il sole mattutino
quello che non capisci se hai freddo tu
oppure il mondo che ti stai vicino
che poi
stare vicino è per dire
quando piaggi la notte, capisci
cosa succede se ti b~tti (giù)
o che succede se non mangi (più)
che succede se ti attacchi (su)
al lampadario con gli attacchi
di pianto
non so’ più, sono un altro
dov’è finito edoardo
voglio tornare ragazzo
litigare col branco
se è meglio android o iphone
pizza taxi o quell’altro
cristo, sono più stanco
dopo aver dormito un anno
forse respirare è un danno
oppure quei mostri a casa mia, a capodanno
che fingono, che fingono
quello che era il mio braccio destro
non vali un singolo pianto, vaffanculo a quell’altro
meglio se lo capiranno
poi vieni a piangere in dm, stronzo
ricorda, @eddoaardo


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