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lirik lagu zzabo - acquario

alle volte mi sento prigioniero in un acquario
alle volte non so esprimermi servono nuove parole sul dizionario
sono tristi i miei occhi
lancio segnali ma non li cogli
trattieni trattieni poi scoppi
quello che sono lo sto ancora cercando
o lo sto ancora metabolizzando
perché il dolore è spesso autoinflitto
non voglio sentirmi sconfitto, vinto
niente è scritto segui il tuo istinto
tu sei come me per questo abbiamo affinità
e io non so chi sono ma ho la mia identità
odio la stupidità la domenica e la noia
giorni in cui niente mi consola
non faccio niente per moda
fumo la mente si snoda
ho paura di me ho paura chе esploda
sogno di lasciare solo pagine bianchе
sono discordante
dimmi ti poni domande?
a volte odio ciò che poi dopo rimpiango
mi sento sommerso dal fango
non mi fotte un cazzo di dove sei
mi fotte chi sei
come sei
mi fotte di lei
soltanto di lei
sono debole sensibile e vulnerabile
vivo di deroghe e spesso non mi sento abile
fuori piove io mi abbandono
non capisci ciò che menziono
nessuno è infondo buono
non voglio uccidere l’usignolo
gli occhi parlano
gesti sguardi dialogano
sto bene dove sto
non sto bene come sto
certe volte penso che non dovevo nascere
mo’ rinascere non rimpiangere
un acquario un carcere
giuro che voglio solo te
spero che sei chi more per me
io morirei per te
mano nella mano in tasca
faccio come te il nodo alla scarpa
non ho mete non ho fede
se non per le cose concrete
non conosco vincite
scrivo liriche intime
vige l’urgenza dello sfogo interiore
quando affogo nella confusione
mi nascondo in un volto criptico
ogni emozione l’amplifico
un torto lo triplico
credo che narciso odiasse se stesso
guardare ossessivamente il proprio riflesso
e non trovare niente di diverso
voglio farmi il bagno in una vasca di sambuca
e poi affogare
spero che sta generazione non si riproduca
per migliorare

- lirik lagu zzabo

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