lirik lagu xvi religion - invisible boy
[testo di “invisible boy” ft. boulevard pasteur]
[strofa 1: john princekin]
ho un libro sulla pace ancora
esattamente al centro della brace che a cerchio divora
e stringe il cappio a me che rido storpiato dall’ozio
perché l’odio è un mostro, posso cacciarlo ma a quale costo
l’ingenuità è un dono fra le stelle da dove provengo
qui è soltanto una finestra aperta per pioggia e vento
che si abbatta la tempesta sopra questa barca
il mio requiem è un pizzicato d’arpa dalla tomba d’acqua
non scordatevi chi siete nelle tasche d’altri
perché tutti sono stra~importanti prima di lasciarvi
il vuoto dentro sbiascicando colpe e qualche motivo
ed è solo carne pеr il tuo lupo cattivo che
non chiede niеnte, sente, vede e prende
sempre lente prede incerte e se tutto passa
a lui non passa un cazzo
vuole ancora carne grassa e dalla massa sangue caldo
non scordarlo quando sbotterai, quando te ne andrai
non portarlo quando tornerai
perché ogni uomo c’ha l’istinto di farti pagare il conto
mostra un sorriso finto ed in tasca ha un coltello pr~nto
ok, non mi sento mica tanto bene
ringrazia tutti per la splendida serata insieme
non insistere, ti giuro che c’ho un freddo cane
ok, non è vero, mi spiace ma
[ritornello: john princekin]
non me la sento di restare, mi spiace ma più rido più mi sento male
ora devo andare più possibile distante, più possibile distante
mi spiace, me ne devo andare che per scrivere un grande finale
devo andarmene distante, più possibile distante
ho un amico invisibile che sta con me delle ore
dice che sono infallibile, dice che sono il migliore
ho un amico invisibile che sta con me delle ore
dice che sono infallibile, dice che sono il migliore
[strofa 2: benni]
ho vissuto mille vite a bordo del mio corpo
ho visto la creazione disegnare i tempi in veste eterna
troppi anni indietro all’era odierna
dalla casualità un proiettile diretto in fronte all’epoca moderna
il mio personalissimo giudizio su un paesaggio estinto
casca come massi che si infrangono sul mio dipinto
tutto sommato poi non mi dispiace
sto allenando la mia mente al peggio e l’anima a non avere mai pace
sto pensando da impazzire dentro
ho l’impressione di scordarmi indietro sempre qualche cosa
indago l’anticosa di ogni cosa di ogni vissuto distrutto
perché il giorno dopo non cancella tutto
smetti di pensare a questo e capirai
fai di questo gesto il tuo pretesto perché il giorno non finisca mai
sto intonando un canto di preghiera per la luna piena
mentre questi si lamentano per farmi pena
architetti del tessuto astrale unitevi
scordate l’ego, il mare questa sera brilla come argento
porta via con sé il loro risentimento
il tormento di fatiche destinate al fallimento
la retorica dei tempi sopra i necrologi
la vita dell’umano mentre ingoia croci
prima che l’inferno ci congeli scappo via di qua
niente discorso per l’umanità
[ritornello: john princekin]
non me la sento di restare, mi spiace ma più rido più mi sento male
ora devo andare più possibile distante, più possibile distante
mi spiace, me ne devo andare che per scrivere un grande finale
devo andarmene distante, più possibile distante
ho un amico invisibile che sta con me delle ore
dice che sono infallibile, dice che sono il migliore
ho un amico invisibile che sta con me delle ore
dice che sono infallibile, dice che sono il migliore
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