lirik lagu vixi vox - luscengola
[ritornello]
doppia v col vudù bambola
più giù dandola, più subendola
déjà vu nel mood, un dracula:
notte macabra, io luscengola
filo via, via vai nel ghetto qua
mescola che smazzo un verso a lutto
rido io? no, per carità!
ridatemi la metà del tempo..
(no no no, ok ok)
doppia v col vudù bambola
più giù dandola, più subendola
déjà vu nel mood, un dracula:
notte macabra, io luscengola
filo via, via vai nel ghetto qua
mescola che smazzo un verso a lutto
rido io? no, per carità!
ridatemi la metà, di che? bro, di tutto!
[strofa 1]
è notte umida e nebbiosa come versi a voi non noti (non noti)
una stregoneria che affonda le sue viscere all’inferno
per provare che ci stanno lì devoti e santoni, (sp~cconi)
scoprì che fascino possiede il male e in quanto poco cede la marmaglia alle sue tentazioni
la vittima è il futuro ed il passato se lo tiene così da poter nutrire in ogni caso rancori
i vecchi con le bambole di giovani:
frasi nella stoffa e spine in testa
questa è magia mica scienza, perdonami
donami carne fresca: le tue gonadi
tarantole da un filo scendono
tele dipinte con dita, una possessione
chiedi protezione in questi tempi famelici d’oppressione
c’è una danza che desterà l’attenzione
degli spiriti e di carcasse arriva odore
mosche uno sciame, corvi uno stormo
è la fame che segue il tipico languore
tamburi da benin, come da moria
mastica i semi e sacrifica un corpo
lava i patemi, sii la dimora
del grande tutto: del vivo, del morto
qua l’increato ti osserva la trama
i loa arriveranno e sarai messo a prova
sto nel sincretico e questa savana
è più sacra dei vostri miracoli a prova
di balle, di belle intenzioni
calle su quelle illazioni
per fare il bravo le punizioni
non ho tempo da perdere con questi scarrafoni
[ritornello]
doppia v col vudù bambola
più giù dandola, più subendola
déjà vu nel mood, un dracula:
notte macabra, io luscengola
filo via, via vai nel ghetto qua
mescola che smazzo un verso a lutto
rido io? no, per carità!
ridatemi la metà di me (ou)
[strofa 2]
è una doccia di sahara in questa clessidra, ruota
c’è chi gira il tutto e qua mi porta sottosopra
la mia spina dorsale fa il cobra
ho una tsantsa sulla spalla e dice che ho la testa vuota!
damballa parla sibilando il suo sapere
se l’occhio non vede le mie rime saranno il suo veve
il barone sabato non ha bisogno delle vele
ed io gli giro sigarette mentre riempie il mio bicchiere
fra ‘sti zombie, giovani morlock
in cuniculi temendo il potere del papa doc
ho lume di ragione, ma col nume si tentenna
tu non puoi passare se non chiami papa legba!
spero non si perda il tuo angelo piccolo dentro questa mia stamberga
prepara l’amuleto, fallo in fretta
il rito della blatta svolto in questa cameretta
non fornisce la pietà verso i bersagli della mia vendetta
io resto in questa palude perché vi ci scorre il sangue della tribù
il potere incrementa vicino il suo nucleo
il segreto è non volerne mai di più
le guerre fra umani, gli schiavi, contrasti, la fame, ezilì non risponde
sta zitto sconfitto, ‘sta vita è zacinto e non ne tocchi mai più le sponde
[ritornello]
doppia v col vudù bambola
più giù dandola, più subendola
déjà vu nel mood, un dracula:
notte macabra, io luscengola
filo via, via vai nel ghetto qua
mescola che smazzo un verso a lutto
rido io? no, per carità!
ridatemi la metà..
(do do do do)
doppia v col vudù bambola
più giù dandola, più subendola
déjà vu nel mood, un dracula:
notte macabra, io luscengola
filo via, via vai nel ghetto qua
mescola che smazzo un verso a lutto
rido io? no, per carità!
ridatemi la metà, di che? bro, di tutto!
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