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lirik lagu uochi toki - i fonici (aka l'intro)

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si può iniziare un disco in un modo più pirla di così?
quando mi chiedono se ho voglia di pulire i cessi io dico “sì!”, anzi, me lo aspettavo, non aspettavo altro, infilare le mani nello sbocco e nella piscia di un altro! desideravo altro, magari, un tempo. ed ora invece mi trovo a sapere cos’hai mangiato ieri a cena senza che tu me lo dica. il lavoro mi n-bilita, e tu non sai quanti lavori degradanti e merdosi io sia disposto a fare, e non solo: non sai quanti lavori di merda io farei con più entusiasmo ancora di quello che sfoggeresti tu se uscissi una sera in un weekend di inizio primavera, sobillato dall’atmosfera, con gli amici al concerto, osservi due elementi: il pubblico ed il gruppo sul palco. non ti stai concentrando, perché per te non c’è niente al di là dello schema gestaltico. ascolti un disco: la musica e il testo, che cosa ti sfugge quando sei certo di aver guardato già dappertutto? non è lo spirito: è qualcosa di più pratico. non è il senso: infatti non c’è niente di semantico. non è il vuoto: è qualcosa di più tecnico. è il fonico, memore e laconico, il liquido amniotico, il programmatore di interfaccia audio-sociale tra voi ed un gruppo di persone che senza amplificazione avreste ancora più difficoltà a capire. la casta dei tecnici, composta da esseri che fanno discorsi noiosi ed incomprensibili basati su termini e numeri, ma che programmano gli stimoli rimanendo invisibili o non udibili. tu non guardi o non senti: sei troppo impegnato a intrattenerti per occuparti delle miriadi di cose irrilevanti che ti permettono di sederti, proteggerti dai venti, camminare sui pavimenti, spostarti, nutrirti, o sentire dischi e concerti con dei volumi decenti e delle frequenze non -ssordanti. conosco alcuni di questi soggetti, ascolto i dialoghi, osservo i loro movimenti. uno di essi programma questo disco, notifica la sua presenza dandomi un effetto supercompresso, oppure mono, contrapposto ed aperto nella stereofonia, un suono più chiaro o decisamente più scuro, completamente asciutto o riverberato, con un mixaggio dal tono pop (…sailor moon…) o con una serie di effetti senza senso, effetti senza senso, effetti senza senso. possiamo ottenere un suono distorto con saturazione -n-logica, oppure con emulazione di saturazione -n-logica, oppure illogicamente pimpato. non ti sei accorto che il microfono è stato cambiato? questo è un sm58, questo invece un sm57. questo è un sm58 tenuto in mano, questo un sm57 tenuto in mano. questo è un 414, settato su cardiode, su ipercardioide, figura a 8, oppure omnidirezionale. ci possiamo fidare del fatto che con l’nt2 cardioide si sente tutto benissimo. possiamo addirittura usare un c1000, non curanti del suo temibile effetto prossimità. ma sì, dai, usiamo pure il d112, o le cuffie del walkman, qualsiasi stronzata! qualsiasi esigenza capricciosa, il fonico alza il rullante, aggiunge più c-ssa, più campione, più chitarra, più voce, più master, più botta

e tu chissà dove sei, mi chiedo cosa cerchi e cosa vuoi. e poi sto zitto, pulisco


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