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lirik lagu trigga (stefano ciannamea) - pinocchi coi paraocchi

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[intro]
«[?]»
«pagliaccio non son!»
«[?]»
«pagliaccio non son!»

[strofa 1]
io che di compromessi fino ad ora ne ho accettati fin troppi
questa vita che va avanti già tra mille intoppi
per sopravvivere o lotti o [?] in chiesa
vuoi essere te stesso, o ci vai piano o soccombi
quindi come zombie senza sangue nelle vene
la gente vede solo ciò che le conviene
davanti ti siede con un sorriso dipinto in faccia
«feccia! schifezza!» ti dice appena volti la cabeza
è sempre lesta quando si tratta di giudicare
un indice puntato contro, pr-nto a condannare
ma non ha mai il coraggio di ascoltare per capire
con paraocchi, pinocchi fanno finta di non vedere
invocano il signore, un dio che se non ricordo male insegnava a rispettare
signore vanno in chiesa con pellicce di visone
attente a non sporcarsi quando c’è in giro un barbone;
poi si mettono in bella vista con lo spot della tolleranza
mentre i loro pregiudizi abbondano per colpa dell’ignoranza

[ritornello]
«xxx»
«pagliaccio non son!»
«xxx»
«pagliaccio non son!»

[strofa 2]
pensi è stata più con deficienti o puttane la televisione
bevendosi le stronzate di queste offese: eccome, credulone
ti commuovi se li senti dire «aiutatele, povere persone!»
ma questi ipocriti su piste di neve, contro lo stress da piacere
senza dare un centesimo a chi non può mangiare
santarelline, apr-n gambe pur di far tv promozionale
ma questo per i benpensanti ormai è cosa normale
mentre se fumo maria giovanna rimango sempre un criminale
«volgare» stai certo mi diranno, ascoltando ’sta canzone;
me ne fotto, se è l’unico mezzo per esprimere un’opinione!
ho ottenuto il rispetto quando cantavo in inglese
ma i miei soldi non sono arrivati e ne ho pagato le spese
è triste a ventun anni sentirsi etichettare come vecchio
prima di parlare guardatevi in uno specchio
proprio per questo mi son ritrovato tra l’incudine e il martello
anche i pseudo-alternativi non giudicavano il mio cervello

[ritornello]
«[?]»
«pagliaccio non son!»
«[?]»
«pagliaccio non son!»

[strofa 3]
ho sognato di essere impiccato con una cravatta al collo
perché mi avevan chiesto di cambiare abbigliamento
«come minimo» quale sarebbe allora il m-ssimo?
la personalità non si baratta con un vest-to, avete capito?
come faccio a mostrarvi cosa sento dentro
se ancor prima di parlare sputate sul mio orgoglio?
ciò che voglio è essere apprezzato per il mio valore
al di là di ogni manifestazione esteriore
la società t’impone d’indossare false maschere
opprimenti come tabù sono per le menti elastiche
drastiche inversioni di valori
cozzano contro i pregiudizi a priori
infatti dico: fuori c’è ancora chi ti giudica alle spalle
perché se interpreti la cultura della strada dici balle
ed io ne ho piene le palle
i sacrifici dei miei fratelli son marchiati a fuoco sulla pelle di chi si sp-cca
non batte la fiacca per la doppia h, giornalmente

[outro]
«[?]»
«pagliaccio non son!»
«[?]»
«pagliaccio non son!»
«[?]»


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