lirik lagu tepai (ita) - zoe
[strofa 1]
la tua eroina sono le mie lacrime
piango su padelle per scaldartele
bombe dentro l’argine
con le dosi, si, ci vuole margine
ma tu sai dosartele
di me che cosa vuoi farne?
lurida schifosa
dimmi perché ti servo?
vago tra i motivi che mi canti
e i motivi per odiarti
quanti danni hai fatto
l’ho capito quando ho avuto paura ad amarmi
soltanto un’attimo
[strofa 2]
non sono pratico
con le emozioni sai cosa faccio?
le mastico
ho cera dentro le vene
segnala la strada fatta
dal sangue più marcio
bruciato quelle sere
più ne verso più ci perdo il senso
dеl dolore, un cambiamento lento
divеntavo qualcosa che non volevo
solo per vedere un altro giorno
è stata sopravvivenza
[strofa 3]
ti ho lasciata sul ciglio della strada
ma non ti ho mai persa
mi hai dato così tanto
la perdita l’hai resa una crescita
non volevo perderla
la volevo accanto
quella scintilla
l’ho data via solo per farti pugnalare il fianco
sono io, anche se le cose cambiano
mi vedo ancora come un bimbo, solo più alto
dovrei prendere dei funghi, farmi un buon pianto
capire perché ti voglio, cosa mi manca così tanto
sentirmi sempre lontano
come se mi stessi guardando dal quarto piano
vomito parole come fossero veleno
per b~ttare fuori quello che fa male dentro
ma è solo una finta, questa non è più rabbia
l’ho plasmata in dolore così da usarla
per creare arte
[strofa 4: tepai e frank ocean]
ecco un altro sfogo che diventa pianto
sempre a lamentarmi come non sapessi fare altro
è l’unico modo che so usare quando indago
la mia vita e le mie, sue, tue scelte
non parlo di futuro, coniugo solo al passato
perché, sincero, spesso non vedo altro
che fastidio non essere intonato
vorrei fare melodie per trasmettere quello che ho provato
ma posso solo usare suono e fiato
so che non è molto ma ora è il mio massimo
dovrei essere cattivo ma non ce la faccio
te l’ho già detto
sono
solo
stanco
ti odio così tanto
mi hai creato così tanti dubbi che ora sono diventati un cancro
forse sono fatto e questo è solo un sogno
forse sono morto a dicembre quel dannato giorno
ho così paura di sapere se ho sbagliato
se avrò qualche rimpianto
se non sono cambiato
se non avrei mai dovuto fare quel ritratto
nato nel ricordo di gennaio
sai, ho imparato tanto
mi hai detto cose che non mi avrebbe detto nessun’altro
per quasi vent’anni io ti ho odiato
così forte, così tanto
[strofa 5]
ora sto capendo quello che mi hai dato
o non ci sto capendo niente
sarebbe divertente
cazzo, se lo sarebbe
del tipo che mi sveglio al “per sempre”
ma non saremo “felici e contenti”
sembrava l’estate ma comincia l’autunno
tre mesi alla fine
ora è settembre
ho pesi qui sopra
mi dico “va bene”
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