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lirik lagu spina - orizzonti ft. demian

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[strofa 1: spina]
senti, devo risvegliare i sensi
riscoprire i pensieri più densi, in confronto con mondi diversi
sarebbe bello se mi dicessi, oltrep-ssiamo -ssieme il confine
distendersi, appianare i dissensi, come il sole sopra le colline
(ma) ho fallito con loro, no non ancora con me
non do adito a polemiche, dibatt-to o problemi che
da quando abito nel tempo, in un alito di vento
non contemplo nemmeno, con te tanto meno, no
meditiamo, mentre voliamo sopra un meridiano
della parzialità dei pareri, spostandoci tra i paralleli
come eliche di un aeroplano, dopo un giro poi ci ritroviamo
un po’ stanchi, un po’ più sinceri, banchi di nubi persi in questi cieli – e lo sai
è un reticolo in cui ci siamo intrappolati
è un poligono in cui ci sono troppi lati
non muori tondo se nasci quadrato, forse solo un po’ più sfaccettato
puoi guardare meglio il mondo dopo averlo accettato

[ritornello: demian]
non vedi? l’orizzonte come si vede bene da quaggiù
non credi? che lo vedresti meglio se insieme a me da l-ssù
chi insegui? una vita più semplice o ciò che vorresti tu
certe storie fanno giri immensi e poi dopo ritorna..no

[ponte: spina]
parto più per me che per te
la fuori c’è, più di quello che pensi
torno più per te che per me
perché, il vuoto che lasci poi lo compensi

[strofa 2: demian]
guarda che sto mondo c’ha le braccia aperte: se scegli una vita, sono mille perse
puoi arredare la tua gabbia; o arretrare come sabbia ed essere corrente a caccia delle perle
in fondo, chi di noi è stato più codardo?
io che cambio l’obiettivo, o tu solo il traguardo?
io che muovo perché vivo, o tu che vivi se muovi? tu che lasci indietro, od io che tengo a fianco

ehi!
partenza per lontano, dove ha ancora senso dire: “lottiamo”
parto per venirne a capo; senza pervenirne al capo: in fondo, lascio niente, lascio gente
me ne mancherà un paio solo, tipo libe, sul piano, in volo; mentre cantiamo
ma non parto per dimenticare, ma perché stanco di mendicare
quindi
gli ultimi anni li ricorderò come anni dello smembramento, del dolore che si attesta dentro
ai quali seguono gli affanni dell’-ssestamento, ologrammi sul mio testamento (resta attento)
incapace a dire addio né a ridire a dio, ogni sbaglio commesso è impresso sulla bio
me lo porto appresso sul rollìo e poi lo confesso sul leggìo
e parto ma porto con me anche se devo niente a nessuno
p-sso il confine col fine di essere me e non qualcuno
tengo nel petto, addenso a farne cemento cosicché di un rifiuto non resti cenere e fumo
e se cadrà giù possa tessere un muro, e tu possa riessere puro
il blu possa farsi più scuro, il fu possa farsi futuro
siamo ogni p-sso compiuto e dati denaro e cervello di chi hai voluto so che ogni prezzo ha il suo culo

[ponte: spina]
parto più per me che per te
la fuori c’è, più di quello che pensi
torno più per te che per me
perché, il vuoto che lasci poi lo compensi

[ritornello: demian]
non vedi? l’orizzonte come si vede bene da quaggiù
non credi? che lo vedresti meglio se insieme a me da l-ssù
chi insegui? una vita più semplice o ciò che vorresti tu
certe storie fanno giri immensi e poi dopo ritorna..no


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