lirik lagu sph - stessa faccia
[strofa 1: sph]
ora che la strada è un racconto per bambini
i miei brani hanno i calli sulle mani di artigiani e contadini
prima erano tutti santi in giro con la mini
poi partigiani, ora tutti quanti che contan chili
io sul mio banco di scuola aspettando il cambio dell’ora
morsicandomi il labbro pensando tanto mi ignora
incrociando il suo sguardo con il mio stanco di una vita allo sbando
pensavo dai, tra qualche anno migliora
qua tra quattro mura muori, ma quanto è dura fuori
i regaz fanno le tagliole, ma non fanno i muratori
quanti ventenni con un p-ssato da fumatori
le bugie più grandi si dicon quando si giura soli
ed ogni volta mi dai un motivo per cui vivere, in quei pochi momenti concessi per sognare
ma non mi importa più di chi ricordo per sorridere
sono gli stessi che quando piango vorrei scordare
ed ogni volta tu mi dai un motivo per cui vivere, in quei pochi momenti concessi per sognare
ma non mi importa più di chi ricordo per sorridere
sono gli stessi che quando piango vorrei scordare
[ritornello]
abbiamo sempre quella stessa faccia
davanti alle vostre parole dal sapore di minaccia
la vita è un motel ad ore gest-to da un magnaccia
contano più i tagli sul cuore che sulle braccia
abbiamo sempre quella stessa faccia
davanti alle vostre parole dal sapore di minaccia
la vita è un motel ad ore gest-to da un magnaccia
contano più i tagli sul cuore che sulle braccia
[strofa 2: dies]
ora che la strada è impregnata con il sangue dei bambini
i miei hanno tagli sulle braccia
ripensando a com’è andata, il perché siamo ancora vivi
guardandosi allo specchio ed odiando la stessa faccia
da quando a 14 anni ci giudicavano senza chiedere
non potevamo scegliere, finti codici
costretti a crescere, protetti dai portici
fuori di casa con gradi meno 14
e la disperazione ci ha uccisi dentro
sia che vivo fuori sia che vivo dentro
tra 4 mura sogno i rumori e l’ebrezza del vento piangere
per riempire la tristezza perché dentro è tutto spento
e qualche volta mi ricordo di sorridere
ma non si può sorridere se non si sa sognare
e qualche volta quasi costretto provo a fingere
ma poi c’è qualcuno che ricorda e mi torna a odiare
e qualche volta mi ricordo di sorridere
ma non si può sognare se non si sa volare
e qualche volta quasi costretto provo a fingere
ma poi ricordo che sono io a farmi del male
[ritornello]
abbiamo sempre quella stessa faccia
davanti alle vostre parole dal sapore di minaccia
la vita è un motel ad ore gest-to da un magnaccia
contano più i tagli sul cuore che sulle braccia
abbiamo sempre quella stessa faccia
davanti alle vostre parole dal sapore di minaccia
la vita è un motel ad ore gest-to da un magnaccia
contano più i tagli sul cuore che sulle braccia
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