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lirik lagu sph - l'anima in una katana

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[intro: sph]
sph, zoro
l’anima in una katana
otm click
triflusso

[strofa 1: sph]
siamo fogli sporchi e qui carta canta
siamo svest-ti, rotti ingialliti
uguali anche se di un altra marca, siamo
sulla stessa barca, ma non tutti hanno i remi in mano
e le maniche bagnate raffreddano le braccia
è quello che facciamo che afferma il nome e la faccia
la morale non me la faccia, la prego
mi tuffo di pancia in questo mare di merda e c’annego
ognuno fa quel che può, in quanti rimarremo? (hey)
in riva al reno e non quella del po
ucciso l’anima, chi più sa vuole un chiarimento
edgar allan poe, il cuore pulsa dal pavimento
me ne fotto, lo afferro, lo affetto e l’hanno detto
se ti sporgi troppo a guardare il vuoto ci cadi dentro
il mio corpo fluttua sul baricentro
per perdere l’equilibrio entro nel primo bar in centro

[scratch: rjd django]

[strofa 2: zoro]
l’anima in una katana, peso versi su fogli
i sogni persi han reso ogni lacrima più amara
lei fuma e scorda invece l’altra è muta e sorda
in viaggio laddove un raggio di sole si tramuta in luna storta
parole al vento diamo sventoliamo, io che lamento danni
dammi tempo cazzo, sto crescendo piano
non è che ostento, è che mi sento fermo al centro
e sto qua a dar di matto, intanto sbatto le ali contro vento
contratto, batt-to polso aumento
il mio ritratto è uno scatto mosso, pallido, scosso e spento
e se gremo mi segrego in segreto, ci penso troppo, è vero
mi concentro ma spesso se ci penso soffro
recinzione in cristallo, l’illusione è un dettaglio
l’indecisione è uno sbaglio, precisione di taglio
scrivo una storia sperando che serva a noi
siamo auto, automi, sangue nei serbatoi

[scratch: rjd django]

[strofa 3: sph]
l’anima in una katana, qui tocca tagliare pagine
catrame e lacrime si trovano sulla stessa strada
dentro lo stomaco la sesta piaga
nessuno piange sul sangue che vomito
la vita in vendita va be’, a me ‘sta corsa va bene
anche se sono sempre in perdita come la borsa ad atene
la carne morta morsa da iene
vuoi darmi forza? sennò quella è la porta e nessuno ti trattiene
ora non mi scorre più la rabbia nelle vene
non cerco persone in gamba ma quelle vere
non gioco più a fare il duro tra rambla e sirene
e in quello che sembrava un gioco pure mia mamma ci crede
grazie a chi mi è stato affianco, chi mi ha raccolto dal suolo
a chi ha lanciato fango, ora so pulirmi da solo
chi mi ha aperto le ferite l’anima le ha -ssorbite, vi rido il buono dopo averle cucite col filo d’oro

[scratch: rjd django]


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