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lirik lagu spezzie - abbaio

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abbaio, d’altro canto so ben che non so ben cantare
onnipotente fino a un certo punto,
anche un onnivoro ha il suo buongusto, ma questa é

solo una dedica orale di una blasfemia senza eguale, dedico una
lirica che rimanda direttamente a dio ed anche ad ale

ma dai ale, maledetto il detto “è umano errare”, ma inutile
fare il cronico preso male,
cronista del solito intoppo vomitevole: per quanto possa
urlare puttana!
all’altare son io che mi devo dannare
nella vita che rimane, e son io che sarò
dannato dopo che sarò d’annata, nell’after dei secoli, amen

altissima, ascoltami, un uomo sta per umiliarti
donna ed ex amante mia, abbi misericordia, per la verità

nevrotica instabile profumiera bambina viziata
illusoria ign-bile indegna idiota
strega cagna fighettina superficiale
stronza puttana senza disciplina

questo é il punto del non ritorno insieme ma tanto che me ne frega
insisto nell’insultarti, insegnante esperta in seme, in sé
stesso il sesso é di gesso se non si finge di volersi bene
infierisco, pur ferendomi,
preferisco farlo fino in fondo… schiena al
muro, guardami in volto, ti tradirò con questo sguardo; poi dammi il
culo, voltati e piegati,
ti verrò alle spalle ma non ti riguarda; chiudi gli
occhi, sei senza palle, non reggi il gioco se la posta é alta, quindi
finché sei in tempo scappa, lasciando i tacchi qui, scalza. sappi che
non c’è un principe che ti domanderà mai “come ti calza?”, qui
non c’è nessun “commesso”,
a parte l’errore che tu fossi un’altra – cioè quella
giusta ma, cenerentola, se ti perdi adesso mi perdi e basta, una
calzatura vuoi?!
ed avrai anche paura, perché ti tirerò dietro una scarpa

nevrotica instabile profumiera bambina viziata
illusoria ign-bile indegna idiota
strega cagna fighettina superficiale
stronza

e non mi posso più fermare, un limite non c’è
il profumo che indossi, quello che mostri senza che ti spogli
è un misto di quello che sei,
ma ho gli ultrasuoni, mica gli infrarossi
il profumo che indossi, quello che mostri senza che ti spogli
è un misto di quello che sei e con gli ultrasuoni ti canterò

le parole che ti vestono a pennello, hashtag, e sarà
difficile indossare i tuoi panni, lo capisco,
coi tanti uccelli che ti sbattono in faccia
b-tchc-ck. vorresti non
essere tanto attraente o vorresti far
credere di aver dignità? non riesci a far
meno di aprire le gambe a chiunque ti parli con ambiguità, o a
chiunque ti richiami con l’apposito fischietto
dopo avere chiuso con me, ti cancello31#
ti dedico un verso: abbaio, non guardarmi in
cagnesco, e non chiedermi gentilezza che non ci
riesco


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