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lirik lagu sonne (it) - anesthetic

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[strofa 1: phil lemon]
è fonda, ormai, la notte, un disco e qualche winston
insisto anche se folle, un pensiero fisso
definisco quel particolare, visto e rivisto
percepisco che è un ricordo, reagisco ed arrossisco
contemplo, e mi perdo in un sorriso
mi sento reciso, al mio interno diviso
quando un viso dal vivo provoca nel cuore una festa
e l’assenza un maremoto durante una tempesta
mi sparo dopamina con il sesto rum & cola
con la mente che riflette sbronza, che è sub, poi vola
infila qualche nota, anche se in fondo mi ignora
è la sola persona che ancora il mondo colora
il cuore e le sinapsi, avversari in combattimento
ematomi sui neuroni, ed infarti cento
manca provocare risate di chi ora manca a pieno
la brezza nel respiro, negli occhi il cielo sereno
non è stata distrazione, ma semplice istinto
quando per ore mi persi dentro un labirinto
formato da due occhi, sembrano il meglio dipinto
mi aiuterà uno shot, ormai sono al quinto
che se scrivo mi sfogo, rinfranco l’anima
il viso spesso lo copro con ogni lacrima
sento una vipera dentro, detesto l’isolamento
ascolto solo ciò che mi stimola il vento
[rit: chiara bolognani]
avanti con il sesto campari
ogni volta lo stesso cliché
che ricordo quando tu contavi
ma non so se io contavo per te
ordinane un altro, ordinane tanto
fino a quando per la strada stiamo barcollando
e la gente ci guarderà ridendo e pensando “ma che bello è?”

avanti con il sesto campari
ogni volta lo stesso cliché
che ricordo quando tu contavi
ma non so se io contavo per te
ordinane un altro, ordinane tanto
fino a quando per la strada stiamo barcollando
e la gente ci guarderà ridendo e pensando “ma che bello è?”

[strofa 2: phil lemon]
non ho avuto più parole in grado di cogliere l’attimo
quando quella risata, ricordo, aumentava il battito
riduco l’insistenza di un pensiero sinistro
finisce che prendo un vizio e con quello mi anestetizzo
anche la primavera non ha nemmeno un sapore
perché perdo la concezione di ogni vero colore
nonostante non mi arrenda se ancora credo a un valore
sono arrivato al filtro (?) dal cuore
[rit: chiara bolognani]
avanti con il sesto campari
ogni volta lo stesso cliché
che ricordo quando tu contavi
ma non so se io contavo per te
ordinane un altro, ordinane tanto
fino a quando per la strada stiamo barcollando
e la gente ci guarderà ridendo e pensando “ma che bello è?”

avanti con il sesto campari
ogni volta lo stesso cliché
che ricordo quando tu contavi
ma non so se io contavo per te
ordinane un altro, ordinane tanto
fino a quando per la strada stiamo barcollando
e la gente ci guarderà ridendo e pensando “ma che bello è?”


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