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lirik lagu snot. click - bianco e nero

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[testo di “bianco e nero” ft. john princekin]

[strofa 1: (?)]
benvenuto nel mondo delle macchine volanti, della felicità in plastica e sorrisi solo affranti dove cyborg aspettano una morte artificiale o firmano contratti con la multin~z~onale, sorrisi sottovuoto aspettando il gioco delle sigarette palliative e stimolanti, no, non capisco quello che è vero, più che un futuro così fantasy si torna in bianco e nero

[strofa 2: (?)]
il regime sp~ccia imposizioni per opinioni di maggioranza, le prime scacce ogni frase inadatta in sostanza, merce a morte in capsule, in pillole come trappole, zittiscono coscienzе e sbarrano pupille, promessе finte per non suicidarci, disinformazione, armi e distruzioni per omologarci, chi non si arrende converge verso un unico obiettivo, quello della videocamera che ci riprende, nel mio trip ho (?), leggi scritto in linguaggio c, umanoidi manovrati da un joystick, vvd, videodrone, postumi di uno scrutare oscuro all’alba di una nuova era la (?) realtà virtuali come il tron, cervelli alimentati da correnti a centomila volt, fili invisibili legano individui simili, illusi di essere liberi, equi pari, ma ormai privi di stimoli

[ritornello: (?)]
al posto di emozioni, cuore ad ingranaggi, videoproiezioni di valori in un sole senza raggi, ombre di persone, sole avvolgono i paesaggi, identità ridotte a codici al posto di emozioni, cuore ad ingranaggi, videoproiezioni di valori in un sole senza raggi, occhi spenti, attenti in ambienti claustrofobici, identità ridotte a codici

[strofa 3: john princekin]
uscire dal tunnel per tornare a scannarmi sotto altre unghie, il coraggio di trovare se stessi, in se stessi. ed è un chimico sapore, un chimico richiamo, polline di un fiore che è troppo lontano, binari arrugginiti scendono dal cielo, procedono in parallelo fino al parallelo zero dentro un buco nero, noi cannibali ridotti al margine rubiamo i nostri simili le anime, sfiorandoci, accarezzandoci, oppure a calci e pugni fino al gong stremati ritornando agli angoli, uscire dal tunnel per tornare a scannarmi sotto altre unghie, no, il tuo amore è mio torpore elettrostatico che affoga il tuo (?) in un mondo acquatico

[ritornello 2: (?)]
non barattiamo vite con i vostri sogni in plastica, teschi d’acciaio celati sotto la maschera, per chi mastica esperienza fa una conclusione drastica, identità ridotta a codici, non barattiamo vite con i vostri sogni in plastica, teschi d’acciaio celati sotto la maschera, occhi spenti e attenti in ambienti claustrofobici, identità ridotta a codici

[strofa 4: (?)]
arrivo sordito in un posto mai visto prima, ai limiti del mondo non è segnata in nessuna cartina benvenuto in questa cittadina, tutti sanno chi sei anche se sei uno sconosciuto, la luna è rossa nel cielo senza le stelle, la luna ascolta mormorii che gelano il sangue e le speranze di milioni di uomini abili che sono meno stabili per colpa delle tentazioni. perlomeno c’è qualche pirla in meno, me la vivo più o meno ma almeno ha le mie radici uffici atti a iniettarti la merda in testa ma senza lasciarti cicatrici, le vernici alle pendici di sto monte ormai sono spiedite, coperte dalle fronde fai dietro fronte agli obiettivi rimasti, in cui credevi ora vivi la tua vita, in bianco e nero su dei tasti come allevi


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