lirik lagu shezan il ragio - scheletri
[intro: shezan]
siamo il frutto degli schemi che abbiamo p-ssato
shezan il ragio, claver gold, gardens abitudineri
[strofa 1: shezan]
quei maledetti scheletri verdi ottanio
chiusi nell’armadio su in solaio
si fanno un solitario
sbarcano il lunario cucendomi il sudario
sussurrandomi molestie con fare temerario
scherzetti dolcetti chili di ghiande al porcilaio
reclamano il ludibrio aperti ad estuario
ricettario dati con la taglia al cucchiaio
tartufaio col vivaio in teschi in agguato nel lampadario
una folla di mucchietti di ossa scava la fossa e danza
nightmare before christmas
c’han la fissa di farmi la buccia la forca
tendermi un’imboscata è la ciliegina sulla torta
così mi b-tto nel mucchio gli sbuccio lo spocchio
che scratcho come un sample
che schiaccio con un tocco
li lascio col guscio allo sfascio
ho tirato un gran liscio mi cago di striscio
ligio di p-sso di ufficio
[ritornello: claver & shezan]
sono arrivati per restare come fare come
senti vibrare l’aria e l’odio di certe persone
che si trascinano come zombies
allucinano come fonzie, ossa neanche corpi
lo avverto a letto al freddo delle notti proprio come
lo spettro del ricordo esalta la mia confusione
loro le vittime e noi i carnefici
escon scheletri dal mio armadio
sono arrivati per restare come fare come
senti vibrare l’aria e l’odio di certe persone
che si trascinano come zombies
allucinano come fonzie, ossa neanche corpi
lo avverto a letto al freddo delle notti proprio come
lo spettro del ricordo esalta la mia confusione
loro le vittime e noi i carnefici
escon scheletri dal mio armadio
[strofa 2: claver]
sono tornati per cercarmi iniziano a chiamarmi
quando la luce cala in sala lotto coi fantasmi
scheletri in carni, spasmi, trasmissioni
di sogni in abissi scomparsi e tanti nomi
con troppi visi facce e crisi vecchi amici sono
scomparsi ne ho perso le tracce ma ne avverto il suono
non scordo le radici calici felici freestyle outdoor
mille metriche motrici hardcore
matrici hi-tech samurai, black mamba la mia banda
fin dai tempi del novecinquanta
collauda spray pompa merda su un akai
da gal-ssie parallele per non somigliarvi mai
dimmi adesso come stai
la sezione si scompone, azione reazione
l’ultima tentazione
l’inversione è polare con pioggia e freddo globale
curando le ferite con impacchi di limone e sale
[ritornello: claver & shezan]
sono arrivati per restare come fare come
senti vibrare l’aria e l’odio di certe persone
che si trascinano come zombies
allucinano come fonzie, ossa neanche corpi
lo avverto a letto al freddo delle notti proprio come
lo spettro del ricordo esalta la mia confusione
loro le vittime e noi i carnefici
escon scheletri dal mio armadio
sono arrivati per restare come fare come
senti vibrare l’aria e l’odio di certe persone
che si trascinano come zombies
allucinano come fonzie, ossa neanche corpi
lo avverto a letto al freddo delle notti proprio come
lo spettro del ricordo esalta la mia confusione
loro le vittime e noi i carnefici
escon scheletri dal mio armadio
[strofa 3: shezan]
spendo amore fraterno non sfregio per scherno
urgeva un bel terno firmo ci metto del nervo
di sbircio di sbercio mi dico che è congruo
decimato ogni lercio, sbollire a tergo
con tutti gli angioletti che fan fiotti di botti coi fiocchi
fitti grossi come ceppi in combustione lenta
i respinti risorti attorno ai miei racconti in fin dei conti
ponti tra il regno dei vivi e quello dei morti
[strofa 4: claver]
come corpi appesi dondoliamo sul filo
con lo sgamo da chilo ne tracciamo il profilo
gelidi sul collo teschi nel midollo
tengono sotto controllo le mie notti ma non mollo
pare che la luna stia calando
che la notte scenda a tempo col mio karma e rallentando
mi condanno non mi -ssolvo
mi sconvolgo e poi rimando
mentre cado nell’abisso più profondo rimbombando
[ritornello: claver & shezan]
sono arrivati per restare come fare come
senti vibrare l’aria e l’odio di certe persone
che si trascinano come zombies
allucinano come fonzie, ossa neanche corpi
lo avverto a letto al freddo delle notti proprio come
lo spettro del ricordo esalta la mia confusione
loro le vittime e noi i carnefici
escon scheletri dal mio armadio
sono arrivati per restare come fare come
senti vibrare l’aria e l’odio di certe persone
che si trascinano come zombies
allucinano come fonzie, ossa neanche corpi
lo avverto a letto al freddo delle notti proprio come
lo spettro del ricordo esalta la mia confusione
loro le vittime e noi i carnefici
escon scheletri dal mio armadio
[outro: diego abatantuono & amanda sandrelli]
sei a tuo agio?
eh…
volevo parlarti, volevo raccontarti una storia
come una storia, non vuoi scopare?
come se avessi accettato
lo vedi quell’armadio?
beh, l’armadio lo lasciamo per il finale, guardami a me
cosa penseresti tu se io ti dicessi che non sei un essere umano?
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