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lirik lagu semicronici - altre volte

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(questo è il secondo capitolo
ascolta.)

[axiom]
ricordo quando tenevo la voce bassa
lasciando che il riflesso di un mosaico illuminasse
quella stessa immagine non mi rappresentava
ciò che rifletteva dava la vita per le carcasse
a volte non mi sento male, salto e mi lascio andare
genuflettevo la mente per sovraccaricare
utilizzavo il catechismo come un bel sofismo
per ignorare un inadeguato perbenismo
un fatto relativo, lo scrivo ma non esisto
adesso mischio lе carte al dio che tu non hai mai visto
sono io, oppure tu, oppurе tutti quanti insieme
machiavellica virtù che io mi porto dalle iene
si mostrano con saio sotto il quale io scompaio
ci guardo dentro vedendo diversi occhi lucenti
cento sacerdoti mi commentano, soltanto un paio
desidereranno apertamente i loro sentimenti

[axiom]
(in un momento di tormento dico)
altre volte, solo altre volte me lo dissero
nemici che mi misero in testa e mi ci commisero
in un testa a testa non mi resta altro che convincerlo
lui piange, guarda in alto ma è tutt’altro che io stimolo
mi sento libero ma non si spiega
ogni collega criminale dentro questo pauperismo che rinnega
un collegamento tra i tanti
avvinazzati nel casino che m~st~rba i loro vapidi santi
ritorniamo distanti e incostanti
a te non acconsento perché so di detestarti
ma faccio prima a dirtelo, invece di molestare i giganti
incidi sul tuo grasso corpo il rosario dei rimpianti
[axiom]
altrettante volte sono la metempsicosi
che davanti al tuo discepolo distrussi e ricomposi
sono erose le tue stesse fondamenta, come osi
trucidare truppe in una guerra santa e tu riposi
mi muovo tra i santuari provocando chinetosi
mentre predichi che medichi dai rapporti morbosi
luoghi isterici, tu credici, ma i rapporti amorosi
sono sulla falsariga degli amici che indisposi
la causa che tu sposi, i marmi che corrosi
sono tutti sintomi che hanno dipinto uomini costosi
per tutelarsi contro domande che io posi
quando opposi pericolosi danni molto corposi
altro che simposi, isteria in microdosi
mi credevano morto ma sono a corto di nevrosi
sono solo assorto, solo e risorto dai riottosi
lo rinfacci avendo torto, tornaconto per mitosi

[axiom]
le ultime volte si scatenano dal pulpito
ti sparo, sembra chiaro che il riparo appare sùbito
che tutto ciò che è putrido si distingue dal raro
ma sono abbastanza lucido da puntare sul baro
depongo a favore di quell’onore e quell’odore
che evapora dai camini riscaldando le bandane
andamento che contengo disponendone il calore
attorno a me, in una forma circolare, cerco vane
tane come un semidio ferito, arcano e disperato
a cui hanno sollevato la sua carica da mostro
ma adesso indossa un rostro sapendo cosa dimostro
ora viene disidratato da pazzo e diseredato
intanto lucido le nocche e rabbocco la notte
frattanto sbatte la tempesta tra persiane rotte
osservami, i miei occhi rossi infrangono la luna
iracondo e moribondo come un punto di rottura
cattura la mia ribellione ma non riesci
una iattura, non sai chi io sono se non ci cresci
galera da cui esci ritrovandoti tra i pesci
se conosci cosa implica ora non mi rincresci
attendi che mi sferri però non faccio il tuo gioco
blocco dall’origine i soldati manipolati da poco
urlando in silenzio mi senti lo stesso
allora lascia che ti dica questo, mi sono concesso
se preghi e ti senti meglio cambia prospettiva
se neghi e non lasci segni cambia prospettiva
anche se non commento ti lascio e dissento
dando senso a chi brucia chiese per divertimento


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