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lirik lagu samael - oltre il velo

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[strofa 1]
distacca, il verbo lugubre dalla punta del mio scettro
a tradimento il vento sibilante incute orrori nel mio orecchio
nelle rette vie della mia città il buio fa da specchio
all’asfissiante grido del mostro che ho sepolto dentro

quanti ne ho visti di mostri in un mondo che non esiste
agli occhi di chi cerca la felicità nelle riviste
lo spero, che dal sottoterra tutto questo non appaia vero
mentre il tuo occhio si faceva via via sempre più nero

botta е risposta, il mio io contro il tuo dio
carati d’oro verde, è entusiasmantе vederli in mano ad un fallito
ciò che faccio: tutto vero, estremizzato allo sfascio
costruire è uno strazio, molto meglio cercare di scolpire lo spazio

cara mia, sapessi degli scheletri nel mio diario
dall’armadio, finiti trasformati nel mio hobby ordinario
ti racconto una storia: c’era un ragazzo dalla vita abitudinaria
e del suo amico che di umano aveva la voglia di inasprire l’aria

[rit.]
nei tuoi dolori, scrivo per dimenticare che esista
di mille colori dipingo il suo volto, sperando di non averla mai vista
e quando finirà, anche il mio foglio cadrà nell’eterno riposo
nel baratro vagherò in cerca di un’altra conquista
[strofa 2]
vado avanti, occhi aperti, senza fare domande
sangue nero, scorre vero rendendo l’ego un’amante
ti senti grande? io non credo, con quello sguardo bieco
fatto d’ero incroci spade di ignoranza grondante

voi dovete lasciarmi stare, non ci sono cazzi per voi
provare a calmarmi e sputare veleno a star male e sale
la rabbia, il dolore, seguiti da urli di stupore
che mamma mia, mi fate pentire di ogni mio gesto d’amore

in questa camera schermata dal rumore esterno
l’unico disturbo è sapere di non poter vivere in eterno
meglio stare zitto, ma il terrore si fa fitto, fra
dal mio soffitto incido solchi pensando all’aldilà

cascasse il mondo, ancora una volta dico “amico
non è la prima volta che mi fai sentire uno schifo”
e ancora una volta mi ricredo, di tutto ciò che vedo
e’ solo il foglio a dirmi che c’è luce dietro quel nero velo

[rit. x2]
nei tuoi dolori, scrivo per dimenticare che esista
di mille colori dipingo il suo volto, sperando di non averla mai vista
e quando finirà, anche il mio foglio cadrà nell’eterno riposo
nel baratro vagherò in cerca di un’altra conquista


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