lirik lagu salmo - vuoto
[strofa 1]
avevi detto resta sveglio un altro anno, dai, p-sso alle vertigini
noi siamo già vecchi prima che il tempo ci consideri
volevi smontarmi? l’hai presa alla leggera? (ah)
io: cibo per la mente da sfamare le favelas (quindi)
pezzi di merda con le impr-nte sullo scanner
non risolvi ‘sti delitti, son tracce di laura palmer
l’ingegno fotte il congegno, una richiesta
prendi carta e penna ti spiego la musica che ho in testa
non mi segui, non è un fatto precario
non mi capisci perché il rap non mi basta a dirti il necessario
guardare in faccia quest’uomo con il ripudio
è come danzare col demonio nel pallido plenilunio
è come stare a digiuno quando la carne chiama
vendi i denti per la fama, vi tocca mordere l’aria, frana
un mondo fatto di cera, spegni sta sera
ho più traumi io in testa di primo carnera a fine carriera
sottomessi e dopo messi in risalto
loro dicono di saltare, e tu rispondi: “quanto in alto?”
gara d’appalto sul servizio musicale
questa è guerra da palco sotto facce da funerale, stai male!?
qui è intelligenza artificiale
la tua fama va in fumo per uso personale
il dramma esistenziale te lo suono con note
su parole di conforto dentro parentesi vuote (vuote)
[ritornello]
direi che forse non è il tempo per capire (e allora)
proietta questo verso i figli dei figli
direi che ormai anche il silenzio è eloquenza (ma)
ogni canzone leva pesi alla coscienza
e direi che forse è meglio andare fuori all’istante
la ragione spia dai buchi delle serrande
direi che ormai anche il silenzio è eloquenza (ma)
ogni canzone leva pesi alla coscienza
[strofa 2]
e il panico addormenta, la gente si accomoda
mi sveglio, fuoco in testa come fiamme su sodoma
logora ‘sti figli di puttana ad ogni beat
masticate il marciapiede, questo è american history x
non me ne fotte del fattore incentivo
è il fatto che io vivo tra le righe di un corsivo
e la causa rende becero m’hanno svuotato
così a fondo che se provo a pensare sento il reverbero
o cambi corrente oppure l’acqua stagna
o rischi e becchi i fischi come gessi sulla mia lavagna
e qui nessuno ci guadagna un tot per vivere
‘sta vita è troppo breve per potertela descrivere
e un filo musicante parte dalla culla, siamo
cani legati che abbaiano al nulla
e fai così non m’ascoltare, un favore
scordati il mio nome e poi il suono delle parole (quindi)
[ritornello]
direi che forse non è il tempo per capire (e allora)
proietta questo verso i figli dei figli
direi che ormai anche il silenzio è eloquenza (ma)
ogni canzone leva pesi alla coscienza
e direi che forse è meglio andare fuori all’istante
la ragione spia dai buchi delle serrande
direi che ormai anche il silenzio è eloquenza (ma)
ogni canzone leva pesi alla coscienza
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