lirik lagu rosanna ruffini - il fachiro alì mortè
lo can-bbi in un salone ruock che ballava il ruock. era così bravo, era così sciolto che sembrava un americano, sapeva il fatto suo. poi lo guardai in testa, vidi che aveva il turbante e capì che si era fatto male. scese, prese un taxi… in pieno! (una macchina sul viso)
lo con-bbi su un taxi
si chiamava…
mortè alì
era straniero e veniva da istanbul
col turbante rosso e blu
il bastone di bambù
le ciavatte con la punta per l’insù
aveva sulla fronte uno zaffiro
mortè alì… pardon… alì mortè… era un fachiro
io gli parlai di me
lui mi parlò di sé:
“ahshdf skskdl kk”
vabbè alì, ho capito
era diventato fachiro perché
il babbo e la mamma quand’era bambino
gli davano soltanto il cucchiaino
per timore di qualche ferita
gli nascondevano la roba appunt-ta
da quella antica privazione
nacque in lui un’insana p-ssione
di amar le punte e i cocci in generale
e tutti quegli articoli che fanno male
alì mortè, amore mio
i tuoi complessi li pago io!
ti ho portato a casa per una cenetta
e tu ti sei magnato la forchetta
e alla festa di fidanzamento
m’hai divorato il servizio d’argento
un orologio di filigrana
ed un gatto di porcellana
che tenevo sul buffet
olè!
anzi… alì!
lo con-bbi su un taxi
ci sposammo un lunedì
e la vita coniugale andò così:
è arrivato in casa con strani bagagli
s’era portato i serpenti a sonagli
beh sì, d’accordo, saranno pure belli
ma qui sembra il paese dei campanelli
e non mi dire che sono affettuosi
fanno rumore (didighin… didighin)
e poi… son velenosi!
alì mortè, i tuoi serpenti
m’hanno strisciato tutti i pavimenti!
vedi alì, tu sei buono, ma ci hai un difetto:
me fai dormì con li chiodi sotto ar letto
tu non li senti perché sei un fachiro
ma a me mi fanno male
specie quanno me rigiro
alì mortè, le notti al chiodo
m’hanno ridotto ‘no scolabrodo!
ma guarda, alì mortè, se oggi ho resist-to fino a oggi vicino a te
è solo perché c’ho una salute di ferro
sì, alì mortè, quel ferro che piace tanto a te!
e no, alì, de ferro se fa ppe di’
no, alì, perché me guardi così?
no, alì, lì no, no alì, no, no, no… ah!
lo con-bbi su un taxi
mi ha mangiato i miei due piedi
come fossero supplì!
perché spinto dalla voglia dei chiodini
mirava soprattutto… io lo so… ai moc-ssini!
che poi, guarda, alì mortè, se c’è una cosa che mi dà fastidio è la gente come te
quelli che mangiano in fretta perché gli piace fare (slurp slurp)… la scarpetta
no, alì, no, alì, alì, ma che fai?
no alì, prima i piedi, adesso mi fai la mano?
no alì, le mani no! mi mord… aiuto!
il dito! il dito! la fede, l’anellino…
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