
lirik lagu reiven & whellele - sotto controllo
[intro: oppenheimer]
“we knew the world would not be the same. a few people laughed; a few people cried. most people were silent[…]
‘now i am become death, the destroyer of worlds.’”
[strofa 1: reiven]
sono fuori dal recinto, dal muro di ghiaccio
diventerò l’ombra dietro il buio che lascio
io non sarò né la macchina né l’ingranaggio
quando la realtà sarà un oscuro presagio
c’è un sentore di marcio nelle scelte che faccio
aloni di dubbi come il primo allunaggio
credo di essere un errore oppure di essere in viaggio
perché in mezzo alle persone sono ancora a disagio
hai un mirino sulla testa non puoi rilassarti
quando si azzera il timer sarai il primo che perde
vorrei vivere il domani senza avere rimpianti
ma mi sento intrappolato dentro un mondo apparente
nella via di damasco con le mie dipendenze
l’umore non è stabile va su e poi scende
a volte mi detesto altre mi sento potente
ma se fossi diverso forse non sarei niente
wow (wow)
ghoul ma ho corazze come gundam
vengo dalla tundra
ma ho i giga dentro l’hood
moriranno tutti al sud e per me è una cosa assurda
perché quel talento non può morire nel nulla
ah
scelgo l’inferno se l’alternativa è il limbo
fuori dal sistema perché l’atomo lo scindo
sentirai gli spari ancora prima del conflitto
capirai che è guerra solo quando avrò già vinto
[ponte: reiven]
non mi pentirò
non so se un giorno ripenserò
quando il sole non brillava
il soffitto tremava e andava
giù
[ritornello: reiven]
ci ripenserò
sono morto e rinato
e non voglio rifarlo
stai qui
sono in paranoia
siamo sotto controllo
ci ripenserò
ho già visto l’abisso
e non voglio tornarci laggiù
sono in paranoia
siamo sotto controllo
[strofa 2: reiven]
vedo deserti millenari
confondo le colline e le gobbe dei dromedari
né i moti celestiali né le onde
e né le spire di tempeste ma solari
poi giù verso i fondali
pareti divisive, se lo spazio si fa stretto
è un corridoio di vasari
mi perdo nelle luci, divisioni primitive
scrivo come i luminari
mi illumino nel buio come i santi sanguinari
non ho più alternative
senti che trema il terreno
mentre vedo tutto nero
finché non sudo veleno
vorrei elaborare un siero
vorrei lacerare il velo
per trovare il mio sentiero
per ridisegnare il cielo
e poi capire cos’è vero
ritornerò a camelot
con in mano l’excalibur
so che il dolore è schiavitù
ma ho un piano per evaderlo
è il canto di maldoror
che ha risalito il baratro
mentre le stelle cadono
riscrivo il mio decameron da zero
[ponte: reiven]
non mi pentirò
non so se un giorno ripenserò
quando il sole non brillava
il soffitto tremava e andava
giù
[ritornello: reiven]
ci ripenserò
sono morto e rinato
e non voglio rifarlo
stai qui
sono in paranoia
siamo sotto controllo
ci ripenserò
ho già visto l’abisso
e non voglio tornarci laggiù
sono in paranoia
siamo sotto controllo
[outro: franco battiato & red ronnie]
“la cabala ebraica 4000 anni aveva scoperto la scissione dell’atomo, noi ci siamo arrivati da pochissimo. ma quando loro lo dicevano, gli scienziati dicevano che erano scemi.”
“quindi deduco che tu metti la meditazione avanti mille anni luce alle conquiste spaziali?”
“senza dubbio”
[?]
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