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lirik lagu piccola orchestra mdm - il sorriso di una vecchia signora

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[strofa 1]
tutto quello che resta è un saluto da scambiarci piano
e senza motivo d’invidia
o solo di noia
perché forse è giusto farla finire così
con le voci più strette, come sciarpe al collo di bimbi
appena usciti di scuola
le voci non figliano che eco più tristi
belle soltanto per noi

[strofa 2]
ti ricordi l’odore di quel condominio in cui ti ho incontrato
quell’odore di fresco e di scale lavate
soltanto a metà
quanti anni ti sono serviti per darmi una forma precisa di maturità
uno splendido sogno interrotto nel punto d’incontrato
tra il mare e la terra
per non farmi scoprire il reticolo morbido e pallido
delle tue vene dei polsi
per perdermi fra i tuoi discorsi
di acqua e di fango
e di ipocrisia
quanti anni non sono sicuro
di avere già perso o donato
quanti anni ci passano accanto
sfogliando le fotografie
[ritornello]
è strano come il mondo in cui viviamo
altro non sia che il mero svolgimento
di un’equazione
che poi quello che capiamo noi
sono solo due o tre passaggi e non la soluzione

[strofa 3]
ti ricordi nel 2009
una pioggia smarrita nel buio del tuo carnevale
di baci che andavano a male sprecati
tra maschere e volgarità
i tuoi autunni di acqua e di foglie
e di giacche pesanti vestite con mesi di anticipo
il caldo opprimente di folla distratta dal gesto di tornare a casa
ti ricordi le facce annoiate di chi non sa più come svenderti
e i sorrisi nascosti di chi invece sa come fare ammazzarti

[ritornello]
è strano come il mondo in cui viviamo
altro non sia che il mero svolgimento
di un’equazione
che poi quello che capiamo noi
sono solo due o tre passaggi e non la soluzione

[strofa 4]
quante volte hai provato a corrompermi
col rimandare a domani quel che fa paura
in fondo quel poco di abiure ti aiuta a capire l’umanità
i tuoi figli b~st~rdi ed ipocriti, falsi e superbi
già vecchi a sedici anni
i complici di troppi inganni
che lenti e sicuri ti spingono giù
in un’acqua ambigua e dolciastra
come rizomi di liquirizia
dove a volte sul fondo puoi scorgere quello
che non siamo stati
se mi fermo a pensare non riesco a non chiederti quando
potremo incontrarci di nuovo
in fondo ai tuoi occhi non trovo che spicchi di luna
che guardano ad est
il mio cuore sta appeso sul filo
cosciente e smarrito di quel suo equilibrio precario
non può più sbarcare il lunario
con i tuoi sorrisi da vecchia signora
perché tutti qui attorno mi dicono
che sono ormai troppo cresciuto
per sprecare il mio tempo
a cantarti canzoni che fanno un po’ male
[ritornello]
è strano come il mondo in cui viviamo
altro non sia che il mero svolgimento
di un’equazione
che poi quello che capiamo noi
sono solo due o tre passaggi e non la soluzione


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