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lirik lagu paolo benvegnù - isola ariosto (bonus track)

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[testo di “isola ariosto” ft. max collini]

[parlato: paolo benvegnù]
ho 15 anni, è domenica
l’autobus, via lontano, è arancione
fa freddo
ho 15 anni e, e non so perché sono qui
ma fa freddo, fa molto freddo
mi stringo nel cappotto
non profumo di niente
attendo sotto i blocchi chilometrici
queste case abitate sono in cemento armato
io attendo
un’isola, un’isola di gioia
un’isola di moltitudini
è lì che ho cominciato a diventare un albero
flessuoso, da riva del fiume
cercare la luce
le braccia aperte, lineari, distese
passo nel passo
notti di linfa e di luna
venti di sangue caldissimo
siccità, uragani, uragani violentissimi

[instrumental break]
[parlato: paolo benvegnù]
e ho visto stellе velocissime
inondazioni
la paura dellе fiere
e uomini osceni hanno tagliato i miei fratelli
tutti indistintamente
ci vuole pulizia per odiare e geometria
e ho imparato a leggere tardi
ho una conchiglia di fame e di respiro
e sempre di notte mi aggiro con gli occhi assetati
il petto che esplode ed ulula di luce argento
è la follia di orlando, il suo profumo esatto
figli gemelli si sfiorano a vita, per tutte le vite, fino alla fine del mondo
le scarpe ritmano il selciato
le strade invocano i poeti
si accontentano di poco
io ho visto solo il buon visto
gli occhi selvaggi destano sospetto estremo
ma il solo crimine commesso è non avere riconosciuto la luce che era già così dentro
e averne avuto timore

[instrumental break]

[parlato: paolo benvegnù]
oggi è giorno di mercato
donne, uomini invadono lo spazio
ci vuole pazienza
presto se ne andranno a colonizzare altro
ma io e te che ci conosciamo nel futuro e proseguiamo nell’inseguimento
io e te siamo le uniche frecce di un solo arciere che mira mancandola sempre, la luna
torniamo a casa, il fiume aspetta
“non avere paura”, ce lo siamo detti tra una vita e l’altra
ho 15 anni, è marzo e fa ancora freddo
ho 15 anni e so esattamente perché sono qui
[instrumental break]

[parlato: max collini]
l’aria, filtrando da quel vetro rotto, spostava le tende
nello schermo ruggero orlando parlava di battaglia e di morte
il gatto saltava sui tasti del pianoforte
e i bimbi vociavano persi nei loro giochi
piccoli cerchi di fumo si alzavano verso il soffitto
la mente altrove
era una sera uguale a quella precedente


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