lirik lagu odi (it) - simulacrum
[intro: morpheus & neo]
è stata una lunga attesa, lunga ed estenuante
sono morpheus
è un onore conoscerti
no, l’onore è mio
prego, vieni
[strofa 1: odi]
immaginati qua: su un’isola deserta diversa
dall’autostrada dantesca di una giornata in trasferta
o in un’aula piena, frastornata di gesta di eroi sfidanti di un’armata perfetta
trasformata in una pietanza indigesta per il tuo stomaco debole
ma tu sei al sole, senza pioggia che rompe intonaco e tegole
sdraiato o pr~no con regole per cui nessun uomo è colpevole
lontano dall’aula dove i secchioni invocano il prеside
o a leggerе pablo neruda in una playa desnuda
su un’amaca sperduta, là, dove la quiete placa le urla
padrone del tuo tempo o in altre parole del buon tempo, scolpendo la tua faccia nel nulla
vedrai anche me, qui che recito i canti di achille intrepido e in seguito inseguito da un trip estetico
in un viaggio psichedelico, un altro modo di unire psiche e scheletro
intanto scrivo righe di rime in ebano
legni che doni ai morti, è poetico dare vita a dei sogni con soli segni che sono segni di un esodo
che in un’isola per tre secondi perpetrerò perdendomi nel mare del tempo
non remerò lontano dall’abisso quaggiù, potrò vedere un figlio andar su senza parvenza di sintomo alcuno
che qualcuno stia con la sua piccola gru a trainarci perché è il destino di chi ha scelto la pillola blu
[rit: morpheus]
è tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra nel mondo
è quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore, quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse…
pillola azzurra: fine della storia. domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai
pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio
[strofa 2: odi]
pillola rossa e alice esce dalla fossa del bianconiglio
come un coniglio dal cilindro e scopre che era meglio questo nascondiglio
che in un mondo falso ho vinto pure quando fingo
e in questa mia realtà mi devo preoccupare di chi nasco figlio
e la folla affronta il mito dell’allunaggio
come fossero mere invenzioni e il tutto è gestito da un equipaggio
quando intanto guardando le mezze stagioni non c’é più ottobre, non c’è più maggio
e gli aironi non cambiano piumaggio
più m’agio nelle sostanze capisco che la colonna portante è il sogno
dove il soldo è una corolla importante e esiste l’incontro di una banconota
per l’importo della toyota corolla sostante
e nonostante esista il maiale, l’uomo è il porco del creato
e della pena astrale è lui il vero corpo del reato
che invidia il dotto e vertebrato e insidia il gobbo e scellerato in nome della sacra accidia di uno stronzo venerato
copre il volto e viene armato per un risiko forbito
tiene il capo sul banco del capo rigido e sfoltito
dove vige il social cosicché ogni brivido è sconfitto e pure il fisico è colpito dal suo fisico scolpito
e più ti immergi in queste fisse più è lodevole non credere ad un vertice, ma cedere a chi dice sia frustrante
un nessuno come ulisse ha una stupidità notevole, anche se debole ha un’innocenza attrice ed ingombrante
è ridondante per lui stare con le pecore, così quanto è noioso leggere catullo o dante
e se questa è la scelta per un futuro ammirevole io non potrei mai convivere con entrambe
la luce delle tenebre o l’ombra illuminante
la cima delle vertebre o il fondo delle gambe
la noia delle lettere o il sorriso di un poppante
preferisco essere triste e consapevole, che felice e ignorante
[outro: morpheus]
ti sto offrendo solo la verità, ricordalo, niente di più
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