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lirik lagu nocivo regaz - vlone

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io non voglio stare con gli altri
preferisco il rumore dei miei pensieri assordanti
e sfoglio in silenzio l’album dei miei rimorsi e rimpianti
ma per quanto mi sforzi non riesco ad andare avanti
fumo da solo al buio stanotte coi miei fantasmi
incollo cartine corte e ci rollo i miei sogni infranti
sono forte ma a volte mi faccio anch’io i peggio pianti
vorrei svegliarmi e dimenticarmi di tutti quanti
bevo 3~4 c~cktail si sta meglio da ubriachi
intanto qui il mondo scorre e lo osservo da vetri opachi
le delusioni in fila le conto con gli occhi stanchi
alle lezioni di vita dormivo agli ultimi banchi
perdersi e ritrovarsi, riprеndersi e poi lasciarsi
ma eravamo distanti е non vivevamo d’istanti
adesso s’è fatto tardi tu scopati quei b~st~rdi
ho il cuore avvolto da spine e non c’ho voglia d’aspettarti
affanculo l’amore a volte resto in stanza a farmi
paranoie mi serve una sostanza che mi calmi
la merda non sempre è un male, dipende dove la guardi
in mezzo al mare i problemi non sembrano così grandi
non vengo a salutarti neanche in stazione se parti
ho appena aggiunto il tuo nome alla collezione di sbagli
vorrei accoltellarti ai fianchi e col cazzo che ora mi manchi
non sono più quel coglione, a parole tu non m’incanti
no no no
e ora che sto per partire ma non so dove andrò
siamo arrivati alla fine ma resto ancora un po’
in mezzo alla piazza, la strada e i muretti coi miei bro
e quello che so è che qui lascio tutto quello che ho

tutto quello che ho, fare after e guardare l’alba coi miei bro
ma niente cambia e sta rabbia la porto dove andrò
e prima di andare voglio stare da solo ancora un po’

vivo giornate grigie ho bisogno di colori nuovi quindi
chiudo le valigie e già sogno che scordo ricordi tristi
allontano ogni mostro che affronto
ogni incontro è uno scontro ma un giorno
anche solo per un secondo poi ritorno come un frisbee
sono stanco
di sentire mia madre piangere al telefono
papà che dice che vuole morire perchè non ce la fa a combattere dentro quel letto
con mille malattie, duemila medicine
fanculo nessuna c’ha nessun effetto
e non basteranno nemmeno le magie a far sparire
le pillole da quel cassetto
e sto in bilico e in balia di ste pare
frate ho l’allergia di sperare
apatia mixata a follia sulla via del disperare
e il colore intenso di marte
è un cuore rosso denso di sangue
frà io resto fermo in disparte
dentro c’ho l’inferno di dante
e non è scappare ma è and~rs~ne
ho voglia di spezzare
fanculo le vostre chiacchiere e il vostro disprezzare
tipo a 20 anni volevo farla finita
e in mezzo ai drammi poi ho scoperto che una rima ti salva la vita
e grazie a dio c’ho un sogno, c’è chi non c’ha neanche quello
sono un punto su un foglio in trappola di un quadretto
e il suo sguardo pietrifica, manipolatrice
lei mi stritola poi mi stringe la mani in gola e dice
che di lei posso fidarmi
mi bacia con la lingua e fa finta di consolarmi
anch’io vorrei soffocarti ma ancora no, non so odiarti
ed ho imparato che in amore hai bisogno del porto d’armi
no no no
e ora che sto per partire ma non so dove andrò
siamo arrivati alla fine ma resto ancora un po’
in mezzo alla piazza, la strada e i muretti coi miei bro
e quello che so è che qui lascio tutto quello che ho

tutto quello che ho, fare after e guardare l’alba coi miei bro
ma niente cambia e sta rabbia la porto dove andrò
e prima di andare voglio stare da solo ancora un po’


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