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lirik lagu nocivo regaz - novembre

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città nera, street new era
aria vera, vite da galera
fuori da ogni schema, fuori da ogni schema mentale
schiena contro schiena, letale
è come un gas che ci avvelena
non lo vedi, non lo puoi toccare
le pare tessono una ragnatela
catturano le luci dei lampioni per le strade
sento strane vibrazioni astratte
bulbi ad ultrasuoni d’estate
vagando tra i timori per stanze
sigillate dagli errori
la paura di rimanere troppo tempo fuori
chiusi a chiave
la voglia di scappare con la prima astronave
solo per interpretare
il codice divino esistenziale
è scritto in ogni piano astrale, nel dna a spirale
ruota aria fresca devo respirare
il cielo è in tempesta, nubi di catrame
diluvio, perché tutto intorno è così innaturale?
nel buio
siamo bestie rare, in cerca di progresso
con un vuoto immenso, un vuoto da colmare
cambia il palinsesto, ma non cambia il senso
cambia, se cerchi il consenso dagli altri o dentro te stesso
davanti, un muro è uno specchio
un treno che deraglia!
binari invecchiati, un fuoco di paglia, la calma
speranze infinite, dall’alba al tramonto
se questo è il mio mondo, sequestro ogni sogno

e’ già novembre
scrivo sui vetri appannati dai temporali di novembre
le foglie rosse che planano giù a novembre
l’anima spoglia, come gli alberi a novembre
novembre, novembre
novembre, novembre, novembre
novembre, novembre, novembre
emorragia spirituale, in balia del mare di novembre

sto convivendo con il freddo, come gli eschimesi
stanno piovendo petali app-ssiti di una rosa
ho viaggiato in lungo e in largo durante sti mesi
tra le praterie delle valli del nord europa
e sto cercando la pace, e la ricerca mi tormenta
un fiocco di neve che cade e diventerà una tormenta
il mio cuore spento che giace dentro una teca di vetro
nel centro di una cattedrale con vetrate colorate di nero
mischio vodka, gin ed -ssenzio
bevo e m’illudo che mi tolga le spine dal petto
paesaggio cupo, tipo londra di fine ‘800
sto su un dirupo e qua si ascolta un sottile silenzio
ragnatela di rami di fiori di ciliegio, con vista sul monte fuji?
nah, a me bastano poche luci ed un ponte
sei più bella di com’è roma di notte
la luna sembra così sola
e quando si trasforma in uno spicchio sembra che il cielo sorrida
il buio ora si tinge dei colori dell’aurora
il tempo stringe e purtroppo spinge i granelli di questa clessidra
tu eri come una bambola, mentre io
cl-ssico tipo taciturno
del tuo cuore di ceramica rimangono le briciole
fuliggine negli occhi
e sul tuo viso è calato l’autunno

e’ già novembre
scrivo sui vetri appannati dai temporali di novembre
le foglie rosse che planano giù a novembre
l’anima spoglia, come gli alberi a novembre
novembre, novembre
novembre, novembre, novembre
novembre, novembre, novembre
emorragia cerebrale, in balia del mare di novembre


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