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lirik lagu murubutu - sull'atlantico

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[intro]
una storia d’altri tempi, ma una storia di ‘sti tempi…
fila!

[strofa 1]
“dammi un abbraccio, due baci
qua ognuno fa quello che può
prendi coraggio e una sciarpa
farà freddo a nuova york”
gianni come molti partiva dal molo più a sud
la nonna gli parlava con gli occhi: “non ti rivedrò mai più”
non era ancora un uomo ma aveva braccia e polpacci forti
e il sogno del nuovo mondo come altri compatrioti
che vedevano nell’america una vita senza fame e
bastavano due settimane per raggiungerne i porti
e lo videro sparire sulla strada cantoniera
tra le vigne e i gelsi bianchi già sepolti dalla sera
strappò col destro un cimo corto di olivo acerbo e
lo aveva ancora in tasca quando arrivò al porto di palermo
guardò lo sterno in ferro della nave sulle acque
nelle tasche un biglietto per l’inferno della terza cl-sse
“un bacio a te mamma, la nave è già fra le onde
tu che hai preferito piangermi nella distanza più che nella morte.”

[ritornello]
e quanti anni sono? tanti anni fa
e quanto campa un uomo? non così tanto, ma
non sono solo, sai i porti degli altri
i corpi degli altri, i morti degli altri
e quali anni sono? questi anni qua
e quanto vale un uomo? quanti anni ha
non sono solo, sai i mondi degli altri
si scaldano al sole i volti migranti

[strofa 2]
i migranti ora pregano, stipati nei loro giacigli
sono i dannati sull’oceano come de amicis
due settimane di agonia fra i pianti dei figli
qualcuno muore di malattia, volano in mare i corpi dei villici
lo scafo apre le acque come una forbice
bagna di sale i molti volti esausti sul ponte
dopo tutto il giorno p-ssato a fissare l’orizzonte
hanno le rughe degli occhi con la forma dei contorni delle coste
poi l’arrivo là all’alba e a gianni pare ormai fatta
la m-ssa canta quando la nave attracca a manhattan
attacca la pancia all’attracco e calma rovescia la calca
che p-ssa sotto lo sguardo di ogni guardia di ellis island
ma il sogno del luogo si incrina già sul nuovo molo
“hey man!” gianni è un uomo solo fra tanti e solo un uomo
c’è un manifesto monocromo che parla di loro
c’è scritto: “zio sam attento all’orda dei ratti italiani sul suolo!”
gianni lavora a ore, come scaricatore navale
dorme testa-piedi con altri dieci in un monolocale
quando si corica stanco, si gira di lato e scrive di fiato:
“cara madre non è questo il paese che avevo sognato”
p-ssa mesi nei porti, mette da parte dei soldi
negli anni il “dago” diventa gianni e gianni diventa johnny
ora che ha i fondi in tasca scappa dai b-ssifondi
sposa un paesana, compra una casa nel wisconsin
ora ha una piccola ditta che taglia legname
ma 30 anni sono molti e pensare a casa lo fa stare male
solca l’oceano e ritorna alla patria trinacria
là dove i fiori di bouganville sembrano farfalle di carta
gianni sulla spiaggia di casa, sotto il sole che scalpita
guarda il mare che guarda la costa che guarda l’africa
poi all’orizzonte scorge un barcone, è fitto di corpi e dolore
gianni rivede sé stesso: il migrante ha un solo colore, un solo nome

[ritornello]
e quanti anni sono? tanti anni fa
e quanto campa un uomo? non così tanto, ma
non sono solo, sai i porti degli altri
i corpi degli altri, i morti degli altri
e quali anni sono? questi anni qua
e quanto vale un uomo? quanti anni ha
non sono solo, sai i mondi degli altri
si scaldano al sole i volti migranti
e quanti anni sono? tanti anni fa
e quanto campa un uomo? non così tanto, ma
non sono solo, sai i porti degli altri
i corpi degli altri, i morti degli altri
e quali anni sono? questi anni qua
e quanto vale un uomo? quanti anni ha
non sono solo, sai i mondi degli altri
si scaldano al sole i volti migranti


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