lirik lagu murubutu - le stesse pietre
[ritornello]
le stesse pietre e lo stesso sangue
le stesse pietre lo stesso sangue
le stesse pietre e lo stesso sangue
le stesse pietre lo stesso sangue
[strofa 1]
aldo partì al mattino e sul viso nessun sorriso
nessuno avviso, nessun rinvio e all’improvviso l’addio al suo nido
il fronte voleva forze e rinforzi pronti dove il conflitto è vivo
la fronte sugli occhi smorti di chi è in arrivo verso il confino
così salì su un treno stanco che intanto iniziò a marciare
il volto franco e ancora calmo, caldo dei baci della madre
il corpo maschio saldo a ogni sobbalzo si lasciava andare
fuori il paesaggio, in marzo, declinava fino ad indicare il mare
poi fuori a flussi, a flutti, ogni vagone aprì la pancia e via
soldati a truppe, a ciurme vomitate in terra d’albania
vedendo tante vite al fine il cielo allineò le nubi a monito
gomito a gomito, verso le linee del golico
fra quei monti alti i lampi bianchi facevan già paura
erano gli ampi lanci fatti dagli altri dietro ogni radura
-la montagna sappi aldo ai fatti è solo roccia dura e pura –
che porta morte ai i tanti fanti infranti e nega loro sepoltura
[ritornello]
le stesse pietre e lo stesso sangue
le stesse pietre lo stesso sangue
quegli stessi piedi sulle stesse pietre
se non resti in piedi non rivedi babbo e mamma
le stesse pietre e lo stesso sangue
le stesse pietre lo stesso sangue
quegli stessi piedi, quelle stesse gambe
sulle stesse pietre con lo stesso sangue
[strofa 2]
e per la prima volta aldo vide quelle terre interne
vide granate come gemme splendere fra le contraeree
sentì le saette e il vento flettere le tende fra le vette
e le vedette spegnersi come fiammelle di sete, freddo e febbre
prima un bagliore, un suono poi voli via per sempre
le bocche di fuoco per un uomo morto sono scie eterne
vide la morte fra le tende in cerca fra le carni aperte
fra pezzi d’ossa, pelle e bende intrise, divise in grigio e verde
un’altra alba abbaglia e scalda cauta di un nuovo calore
e la mitraglia calda e scalpita sopra a ogni costone;
qui ogni fossa che per tutti è solo pietra, fango e terra cava
per i soldati è un salto al salvo, casa, sudario e bara
e il tempo p-ssa e niente cambia, niente calma
niente scalda la vana speranza niente campa
nella stessa landa bianca marciano le stesse scarpe
di chi prende e perde le stesse pietre sporche dello stesso sangue
[hook]
le stesse pietre e lo stesso sangue
le stesse pietre lo stesso sangue
quegli stessi piedi sulle stesse pietre
che se non resti in piedi non rivedi babbo e mamma
le stesse pietre e lo stesso sangue
le stesse pietre lo stesso sangue
quegli stessi piedi, quelle stesse gambe
sulle stesse pietre con lo stesso sangue
[strofa 3]
dopo mesi e mesi tra i cieli gelidi sotto i fuochi accesi
sotto i tiri tesi dai fucili fieri di albanesi e greci
aldo e altri rimasti in piedi sono fantasmi ciechi
corpi bianchi e scarni, affranti e stanchi, esausti fra le nevi
e se prima patria era un gran richiamo, un’aura chiara
ora niente altro che un ricordo in calo, una speranza rara
così che un colpo d’arma risuonò fino alla piana
– guarda mamma sto arrivando: aldo sta tornando a casa!-
[ritornello]
le stesse pietre e lo stesso sangue
le stesse pietre lo stesso sangue
quegli stessi piedi sulle stesse pietre
che se non resti in piedi non rivedi babbo e mamma
le stesse pietre e lo stesso sangue
le stesse pietre lo stesso sangue
quegli stessi piedi, quelle stesse gambe
sulle stesse pietre con lo stesso sangue
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