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lirik lagu murubutu - la bellissima giulietta

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[strofa 1]
saranno i tuoi sorrisi a farmi vivere a lungo
a darmi asilo dentro ai nidi ove le spine non pungono
a volte basta un sussurro a darti un sussulto
il tuo pensiero guarda al vero percependone il fulcro
e tua madre ti bagnò fra le correnti d’acqua chiara
fra imponenti lave rilucenti d’ossidiana
e i tuoi occhi d’ambra, le notti d’angora
chiusi nell’abbraccio di chi sai e so che ti ama
fra idilli e linee libere e i lidi, ti vidi ridere, vidi
riunire in fili infiniti le vite simili, vidi
apparire in spire di gigli e lapilli nitidi
e questo tuo bel fiorire alla fine mi incise l’iride
ora il mio senso è scolpito
e la linea dei tuoi occhi mi porta all’infinito
porta il tuo profilo in fiumi di effluvi
perché dei profumi il vento è bandito
ba-ba-balla e danza, tu danza
la tua calma calda qua scalda, l’aria va
oltre ogni limbo oltre e anche più
va oltre ogni ringhio, oltre ogni no-no-no-no-no-no
vagando in altri cieli vedevi i pianeti ai piedi
scrutavi fra i veri beni e sceglievi i cieli terreni
e se tu lo volevi, ora hai trovato il tuo astro
e io che non volevo e ora non voglio nient’altro, sai

[ritornello]
se fossi in te io non tremerei
e senza te io come farei
il tuo cuore è piccolo, piccolo, piccolo, piccolo
se fossi in te io non tremerei
e senza te io dove sarei
batte all’unisono unisono, unisono, col mio

[strofa 2]
non preoccuparti per me, non sarò mai più triste
ora ho due soli a illuminare qui le tratte di ulisse
fra trame fisse e fitte saprò resistere
la mia gioia di esistere è la gioia di vederti esistere
ora tu foglia danzante
la gioia di tuo padre tocca vette alte
emanavi luce che andò in onde a tutto
propagando ai bordi un vento forte e asciutto
e la luna che quel giorno sorse circa alle cinque
era venuta ad ammirare le tue pupille vitree
e sorte indenni da foreste d’erbe
tre dì prima dell’inizio di inizio settembre
riflessa la tua immagine nei magli delle acque diafane
forte di carne fragile corpo di foglie d’agave
già presentivo la gioia prima
che risaliva la roccia viva
non è né storia né fisica
solo meraviglia ed energia purissima
ciò che è in comune, ciò che accomuna
l’alba di una vita, l’alba di una civitas
venne nell’aria nitida linda come una ninfa
un tesoro dagli abissi fra i prismi dell’acqua limpida
tutto le girava in tondo sotto una stella fissa
lei si presentò al mondo era giulietta la bellissima

[ritornello]
se fossi in te io non tremerei
e senza te io come farei
il tuo cuore è piccolo piccolo piccolo piccolo
se fossi in te io non tremerei
e senza te io dove sarei
batte all’unisono unisono unisono col mio


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