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lirik lagu murubutu - estraggo musica dall'aria

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[testo di “estraggo musica dall’aria”]

[intro]
seh, e mi ricordo bene, ehi, eh

[strofa 1]
pensieri appostati sui tetti puntano al petto, sparano colpi (ah)
piovono serie di flash, sparano in testa mille ricordi
io vedo me stesso a dieci anni, le strade di reggio, le case fra i pioppi
la pioggia che cade perenne, che scende da sempre, che allaga i miei occhi
quando tu ancora c’eri, davi colore ai cieli
ogni ricordo è un microcosmo in cui ritorno a ieri
ed ogni scorcio è un mio ricordo e lo rincorro
un corpo a corpo con l’inconscio
polso pr~nto e il cuore е gli occhi pieni
la voce risuona lontana
io corro fra viali e castagni
solе che brilla sulla via emilia
luna che vibra, come dipinta
odore di tiglio nella provincia
luce che filtra e scioglie la brina sopra la vigna
rivivere dentro i tuoi quadri
[ritornello]
e mi ricordo bene
e vedo tutto insieme
perché dentro questo cuore ho cento buchi e crepe
la tua mano sulla fronte mentre il cielo stringeva
ha reso tenera la notte più di keats e fitzgerald
e mi ricordo bene
e so che tutto è breve
perché dentro questo cuore ho cento funi e leve
la tua mano senza forza mentre il cielo stingeva
[?] la pioggia, sei più gelida a ogni goccia

[strofa 2]
ti sento e ti chiamo lontano
la voce che sale due ottave
se viaggio all’indietro negli anni rivedo l’autunno che invade le strade
rivedo le nubi che aspirano fumi, poi sputano vento sul piano padano
c’è un velo di luce che corre nel buio
qui viaggio nel tempo e ti tengo la mano, piano
non so, tu resti nell’iride
è un monologo come eschilo e euripide
c’è chi dice “il tempo è eterno ma non basterà”
passo una notte dell’inverno come pasternak~nak
non basterà il rap, sei attratta da dio
tu sì che credevi in me più che in un buon dio
alla fine hai visto che fra gli anni e i consigli
questa penna pensa a te e continua a stupirti
rivedo ora i vicoli, il parco, via del gattaglio, fine di marzo
la pioggia sugli olmi in ritardo che piangono foglie su [?] di marmo
e gli occhi tuoi piccoli fragili guardano i raggi dai rami dei platani
seguono i passi, le vie sotto i frassini
nasce qua un mondo nascosto allo sguardo
questa pioggia sopra gli occhi brucia, incombe e bombarda
questa nave di ricordi è ferma al porto e non salpa
e ogni nota sale al culmine, comunica al noumeno
e se illumina ‘sto buio la mia musica ti parla, mamma (ehi)
scroscia forte dall’alba
ogni goccia tocca il suolo che nasconde un fantasma
direttore di ‘sta orchestra, tu mia musa che incanta
questo micro è una bacchetta, estraggo musica dall’aria
[ritornello]
e mi ricordo bene
e vedo tutto insieme
perché dentro questo cuore ho cento buchi e crepe
la tua mano sulla fronte mentre il cielo stringeva
ha reso tenera la notte più di keats e fitzgerald
e mi ricordo bene
e so che tutto è breve
perché dentro questo cuore ho cento funi e leve
la tua mano senza forza mentre il cielo stingeva
[?] la pioggia, sei più gelida a ogni goccia


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