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lirik lagu microphones killarz - ai tempi

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[verse 1: mecna]
qui c’era l’afa
era una foggia dell’amnesia
c’avevo i miei nemici soddisfatti della resa
la solitudine era l’unica difesa
venivo trascinato in controvoglia dai miei in chiesa
le cicatrici mi si sono appena chiuse
il sudore le ha tenute aperte nelle notti afose
ero un moccioso ma capivo tutto bene
camminavo col mio walkman e lo zaino sulle spalle
avevano voglia di chi ha voglia di money
di successo della nicchia frequentata da due cani
io facevo per me e per me era giusto
trovandomi in contrasto col resto
ma adesso son versi che sferro
non corsoni perchè già corso lì a parole di burro certo
non ne vale più la pena
adesso vogliono solo droga conoscendone i retroscena

[verse 2: jack the smoker]
di notte qui fa freddo
e io non voglio stare a letto
da solo perchè il buio è maledetto
ho sent-to poco affetto
e meno rispetto
il mondo uccide quelli come quel bambino
troppo debole e schietto
mentire e offendere sembravano un difetto
ma poi impari che è il solo modo per stare retto
nella periferia dove non arriva mai il fashion
dove i genitori mandano in chiesa da presto
vissuto genuflesso
nell’illusione che gesù fosse giù con me per tenermi stretto
nascevano i primi complessi
e morivano i sogni da edipo
degli amori senza interessi
già,non mi trovavo in quelle vesti
di bimbi promessi alla schiavitù
o all’illusione dei successi
ma ora sorrido perchè so la verità
è come un dazio che ho pagato per arrivare fin qua

[hook: asher kuno & el domino]
ehi,ieri è ancora vivo e qui
accanto ai miei quaderni
ricordo i giochi sempre lì
sopra quei muretti
figli della strada ma ognuno ha i suoi progetti
e ogni giorno cambiavamo ce li inventavamo
sempre solo a quei tempi

[verse 3: l-stro]
e sin da piccoli al seguito di idoli
ma più p-ssavan gli anni più sembravano ridicoli
due cugini coetanei giù in mezzo ai vicoli
di una città in cui spesso si superavano i limiti limitrofi
o gli stimoli,ma tanta voglia di divertirsi
anche sotto la pioggia e nei pomeriggi tristi
in quel cortile che sembrava come san siro
calciare la palla l’unico modo di fare un tiro
poi tutto cambia come al mare la sabbia
diventi più grande e più grande è la tua rabbia
voli dalla gabbia e segui i tuoi sensi
prendi tutto sottogamba perchè è col sottogamba che pensi
si scopre il nesso dei sessi
e vuoi usarla eh si
scopri che lei la sua non vuole darla
dentro ancora la voce del bimbo che mi parla
se non la senti vuol dire che hai smesso di ascoltarla

[verse 4: mecna]
eventi che cambiano te n’accorgi
dai tempi ad oggi nuovi rinforzi,nuovi appoggi
ti forgi,man mano che subisci ogni colpo
finisci ad inseguire sogni dentro nel tuo mondo
cresciuto nella zona industriale
ad un p-sso dall’area aeroportuale
con il pallone in mezzo alle strade
la prima sigaretta di fretta fumata di nascosto
i primi spray i primi muri i primi testi carta inchiostro
ora come ora è p-ssato il tempo da quando coi miei cugini
tornei con giochini col nintendo
caramelle all’oratorio ed acqua fresca giorni di festa
la domenica a messa,resta qualche ricordo dentro questa testa
testardo fin dall’epoca sognavo già l’america
ora altra etica più pesi sulla schiena
la realtà è come un flash back se non stai attento ti schiena

[hook: mecna]
ehi,ieri è ancora vivo e qui
accanto ai miei quaderni
ricordo i giochi sempre lì
sopra quei muretti
figli della strada ma ognuno ha i suoi progetti
e ogni giorno cambiavamo ce li inventavamo
sempre e solo a quei tempi

[verse 4: nasty]
ohi,ti ricordi da piccoli
vivevamo dentro nei vicoli videogiochi ci fottevano gli spiccioli
vest-ti jeans e maglietta capelli corti e bicicletta
si parlava del fatto che eran sempre di fretta
ma io sognavo già le frasi in delay
mi costruivo le città piene di muri e di spray
la voce nei file le kick e gli schiaffi solo per lei
mi metteva addosso il sesso ma non si prestava mai
per farci fighi rubavamo caramelle alla cray
in quindici a spippettarci su playboy
ma poi abbiamo smesso di parlare non c’era tempo per scherzare
fottevamo gli amici tanto per fare
e se c’era l’erba di mezzo tu non provarci
ci ha più divisi che uniti incattiviti resi b-st-rdi
e noi i problemi li pesavamo in grammi
ed è per questo che adesso i miei mi chiamano nasty

[hook: asher kuno & el domino]
ehi,ieri è ancora vivo e qui
accanto ai miei quaderni
ricordo i tempi sempre lì
in giro nei parchetti
ragazzini senza testa ma ognuno ha i propri sogni
e ogni giorno scambiavamo,li travestivamo
come si fa a quei tempi
ieri è ancora vivo e qui accanto ai miei quadretti
ricordo i giochi sempre lì sopra quei muretti
figli della strada ma ognuno ha i suoi progetti
e ogni giorno cambiavamo ce li inventavamo
sempre e solo a quei tempi


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