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lirik lagu michele barbieri, matteo celoni - atto, pt.1: la crisi

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[testo di “atto, pt. 1: la crisi”]

[intro]

improvvisamente
nella
remota
inquietudine

[strofa]

da ragazzino il mio mondo pieno di mostri
li generava il sonno, ho ragione a tutti i costi
non c’è niente che la mente non possa spiegare
realizzo la vita con le mie mani o almeno pare

110 in medicina, è questa la soluzione
sono qui solo grazie alla testa e alla dedizione
sono il dio di me stesso e del mondo sono padrone (ripeto)
non c’è niente che non puoi spiegare con la ragione

dopo nasce questo stronzo
le sue metastasi danno piacere al suo organismo
tutto diventa tondo nel mio mondo del cubismo
e le maree dell’intelletto vittime di eustatismo
rimango estasiato dinanzi al suo apparato
se ciò che ho imparato ora tutto è sbagliato
le sue ferite cicatrizzano in un minuto
la mia mente lacerata e giù da un dirupo

area di brocca astratta, ma egli stesso non si adatta
muto dalla nascita ma la sua gola è intatta
chiedo alla luna l’ora esatta, (mi) studio la sua epatta
fermo il tempo sul mio camice con un fermacravatta

progresso della scienza in un corpo inadatto
con suo padre l’impatto combatto e dopo stringo un patto
se la speranza è una strada piena di chiasso, luca a questo punto è la corsia di sorpasso

saranno almeno quindici anni che non vado in chiesa
entro con domande e le risposte son la mia pretesa
l’istinto mi dirige dritto al confessionale
ma l’umore storto non si sa direzionare

“padre, abbia pietà di me! il mio ruolo è assai ingrato
sono solo in questo mondo che solo mi son plasmato
pensavo di avere tutto, mi dica dove ho sbagliato
sta crollando tutto quanto quello che mi son creato”

il decano mi guarda attentamente, non gli sfugge niente, sguscia la mia mente, sgrana il rosario mentre pesta il serpente
che sibila sulla mia pelle, sulle spalle e tra rosoni e navate, pace nelle mie giornate
colonne intarsiate potrebbero parlare, le statue sono attente, attente ad ascoltare ciò che dico al sacerdote, la sua più grande dote, perdonarmi riempiendo le mie angosce vuote
con parole d’amore che non conosco
non ha senso mettersi al primo posto
da primo che mi sentivo adesso sono decimo
“sei perdonato, a tutti i figli di dio un altra occasione al loro demerito”


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