lirik lagu michael the skillerz - wakizashi
[testo di ‘wakizashi’]
benvenuti alla cena coi dannati
scrivo con il sangue versato dagli antenati
dati nascosti nei nastri codice matrix
se la fortuna è troia
la sfiga ti fotte gratis
chi crede di essere dio sarà per sempre tra gli ingrati
un angelo nero risveglia antichi scritti sacri
che si aprano gli scrigni quando lancerò quei dadi
il sottosuolo espelle lava ricoprendo le piramidi
voglio vedere ogni cosa: occhio di ra
un sacrificio all’altare di vanità
pr~nto a sp~ccare l’opale per due metà
attraversare il portale e arrivare nell’aldila
occhi aperti nel valhalla, pluricidi sulle ceneri
dipingo un quadro astratto attaccandoci crisantemi
sono sempre meno i pesi se cheope chiamerà alieni
come elohim nel cielo, sorveglianti degli aztechi
tengo una lama affilata legata alla catena se il buio mi chiama
come un kusarigama
le crepe sulla statua simboleggiano il mio mantra
prego yahweh, mio re, sovrano di bibbia ebraica
stringe la presa una tesa mano di fatima
non c’è una cura se la frattura è dell’anima
ma c’è tintura su alcatraz, il plasma di civiltà
ridotte a avere il minimo di vanità
è un dipinto che prende vita di sera
trascindo dalla materia
dipingo odio su tela
come la mela dell’eden prova
la fede di chi ci crede
la stessa ti lede con lama nera
il clima si fa arido e i labirinti dell’avalon
si macchiano di sangue nel portale sconsacrato
che astaroth perdoni tutti i giorni in cui ho peccato
sognando ad occhi aperti vidi il male farsi umano, man!
rimani li impietrito agli occhi di medusa
mentre dall’angolo entra luce soffusa
abbandonata una vecchia armatura a scaglie
riecheggia come echi di battaglie da una cornamusa
c’ho pelle dura come serpi in seno, inshallah
un teschio uzbeco nella tenebra appare velato
nascondo un cero nel naos di un tempio greco
sull’altare ho appeso il tempo sperando venga azzerato
luna di sangue patto tra vampiri
ventri recisi da un tanto nell’harakiri
mondi riemersi esaminando prismi biblici
antichi basilischi riaffiorano come gigli
la ribellione sta dentro il cuore dei vandali
mi brucio gli occhi guardando il volto degli angeli
mi cucio i tagli con aghi degli anni antichi
scoprendo che dentro al sangue vige il dna degli hashishin
é una tempesta di spilli: takashi miike
forgiato acciaio giapponese per masashige
anime morte nascoste in mezzo alle spighe
feriti portati sdraiati sulle lettighe
le dighe esondano, i fiumi s’incrociano
le mani del colosso travolgono un mondo torbido
costellazioni che si uniscono, figurano come ossido
i soli sono in orbita intorno all’ozono
comando i mari: tridente di poseidone
guerra coi bastoni contro i cannoni di orione
non mi arrendo col vento che mi rincorre
difendo, come l’ultima torre sul bastione
comando i cieli operando come un dragone
ruotando il manto bianco tra polvere d’afflizione
ricorda il nome quando giove sarà altrove
solcherò nel cosmo col mio plotone d’esecuzione
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